Era stato accusato dalla moglie di aver tenuto sotto sequestro lei e il figlio di 4 anni, di averla minacciata e picchiata con bastoni, sedie e persino con una play-station, ma il tribunale lo ha assolto non giudicando attendibile la denuncia della donna, condannandolo però per violazione di domicilio ad un anno e mezzo di carcere con pena sospesa.

La sentenza nei confronti dell’imputato Salvatore D’Aniello, residente a Castel Volturno così come l’ex moglie (i due sono separati di fatto), è stata emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove la vicenda è approdata dopo che la donna ha denunciato ai carabinieri i presunti maltrattamenti subiti dal marito, anche davanti ai figli di 16 e 4 anni; la donna ha riferito che dopo l’interruzione della relazione, più volte D’Aniello l’avrebbe minacciata di andare ad uccidere con una pistola il suo nuovo compagno, intimandole di non farsi vedere in giro con il rivale, e sarebbe arrivato quasi a soffocarla, aggredendola con calci e pugni e irrompendo più volte nell’abitazione della donna.

In una circostanza, ha raccontato la donna, l’ex marito avrebbe chiuso lei e il figlio di 4 anni in una stanza dell’abitazione, impedendo loro di uscire.
L’imputato, difeso da Gennaro Caracciolo, è riuscito però a dimostrare la sua innocenza rispetto alle accuse più gravi. Le accuse hanno retto fino alla sentenza, che ha assolto D’Aniello con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, condannandolo per le ipotesi meno gravi di violazione di domicilio e possesso di arma; il collegio giudicante ha anche revocato la misura del divieto di avvicinamento.