Inquinamento ambientale sottovalutato

Anche Torre del Greco, come in tante altre città, il rischio di tumori causato dalle fibre di amianto esiste ancora. L’attenzione su tale fenomeno, però, al momento è bassa, in quanto il manifestarsi di tale patologia può avere tempi di latenza anche di 30 anni. Basta fare un giro per le strade periferiche della nostra città per vedere alla luce del sole pluviali, vasche o coperture in eternit lasciate all’intemperie e all’azione degli agenti atmosferici. Ma è proprio in questo modo che tale materiale diventa pericoloso: infatti il suo disgregamento causa il rilascio delle fibre di amianto che volano nell’aria e che, se inalate, possono causare il cancro. La Legge del 27 marzo 1992, n. 257 non impone la rimozione di tale materiale, ma esige la sua messa in sicurezza tramite il cosiddetto incapsulamento, che consiste nel ricoprire completamente la superfice del manufatto in amianto con un liquido fissativo. Il D.P.R. 8 agosto 1994, inoltre , fornisce alle Regioni le direttive per l’adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’ambiente. La Regione Campania ha varato il Piano Regionale Amianto, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 64 del 10 ottobre 2001, e, con successive delibere, ha istituito l’ Unità Operativa Regionale Amianto, affidando alle ASL il compito di controllo sul territorio che evidentemente non viene svolto in modo capillare, rimandando ai cittadini la denuncia di casi di presenza amianto. È necessaria, quindi, una maggiore sensibilizzazione innanzitutto nella popolazione affinchè pretenda dalle istituzioni la tutela della propria salute, senza pensare al risparmio immediato, ma guardando al benessere futuro.
Roberto Pedone

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 05 giugno 2013