Roma – Ieri, è stata firmata una circolare dal capo della Polizia Franco Gabrielli, diramata a tutti i questori, nella quale viene stabilito che nel modulo con cui il cittadino attesta il suo diritto a circolare, sia compreso anche un quinto punto, ovvero quello in cui sottoscrive di non essere sottoposto alla misura della quarantena. La modifica si è resa necessaria dopo aver registrato diversi casi di persone che sono riuscite persino a violare questa regola fondamentale. E nei cui confronti la severità sarà estrema: rischiano, infatti, una condanna fino a 12 anni di carcere, perché il reato contestato potrà essere quello di epidemia colposa, disciplinato dall’articolo 438 del Codice penale, o anche il 448 e il 452 che stabiliscono le pene per chi attenti alla salute pubblica.

Rigore massimo sarà manifestato anche nei confronti di tutti quelli che stanno per strada senza una giustificazione. Le forze dell’ordine faranno ancora di più per convincerli a rimanere in casa. La percezione della gravità sfugge a troppi.

Tanto che, proprio per l’importanza che riveste la situazione, le forze dell’ordine hanno inserito nel ced – che contiene dati e precedenti sulle persone – una voce proprio legata alle denunce per coronavirus. Qualora, infatti, il governo dovesse decidere di effettuare un ulteriore giro di vite, chiunque si trovi registrato nella banca dati e risulti già denunciato, potrà difficilmente farla franca una seconda volta. E le conseguenze saranno decisamente più serie di quanto non sia stato fino a questo momento. Cosí come le verifiche per riscontrare se quanto dichiarato dagli interessati sia vero.