Napoli – (ANSA) – Un parco, anzi un parcheggio dell’amore, dove sia la sosta che il sesso erano a pagamento. A scoprirlo sono stati i carabinieri, in una zona isolata sotto un cavalcavia alla periferia di Napoli: per 25 euro (“cinque la sosta, 20 la ragazza”, precisava il pignolo gestore) gli automobilisti in cerca di emozioni a luci rosse potevano accedere con la propria vettura ad una sorta di separé, delimitato da teloni di plastica, e consumare un amplesso con prostitute dell’Est europeo, lontano da occhi indiscreti ma soprattutto dalla paura di una aggressione in strada. L’attività avviata da Raffaele Esposito, 50 anni, incensurato, si era dimostrata fiorente. Il parcheggio aveva aperto i battenti poco prima di Natale, ma grazie al passaparola i clienti erano già numerosi. L'”investimento” iniziale (un gabbiotto in alluminio anodizzato per il gestore, con tanto di addobbi e festoni natalizi; i teloni di plastica per delimitare una quindicina di postazioni auto, appoggiati su blocchi di cemento) era stato presto ammortizzato.

Quando i militari del Nucleo radiomobile di Napoli hanno fatto irruzione nell’area, intorno alle 23, hanno trovato otto lucciole appartate in altrettante vetture con i clienti: in cassa Esposito aveva già accumulato 410 euro, e la serata era appena agli inizi. Il denaro è stato sequestrato, così come tutto il materiale trovato; all’area sono stati apposti i sigilli, e il gestore è finito in manette per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Il parcheggio era stato creato dal nulla, in modo ovviamente abusivo, in via Francesco Sponzilli, quartiere San Giovanni a Teduccio, nel cuore di quella periferia est di Napoli che attende da decenni bonifica e rilancio. Una zona dove il mercato del sesso abbonda, e dove Esposito aveva pensato di poter lucrare facendo incontrare lucciole e clienti in un ambiente ‘protetto’.
Ma il viavai non è sfuggito ai carabinieri, che durante i servizi di pattugliamento del territorio hanno notato prima i movimenti sospetti, poi le strane strutture messe in piedi su un rettangolo di asfalto inutilizzato, all’ombra dei piloni di cemento dei cavalcavia dell’autostrada Napoli-Salerno. E il blitz dell’Arma ha messo fine al business.