A breve la prima udienza per l’ammissione al passivo della società di fatto. Intanto i legali ricorrono alla Corte d’Appello

Saranno due settimane calde. Protagonista sarà ancora una volta il fallimento della Deiulemar: a breve ci sarà la prima udienza per l’ammissione al passivo della società di fatto e , intanto, gli armatori r icorrono alla Corte d’Appello. Come è noto a tutti, a maggio scorso è giunta la tanto attesa sentenza: è stata riconosciuta e fallita anche la società di fatto. Ma con il nuovo fallimento n asce il rebus ammissioni al passivo (di cui abbiamo scritto sui precedenti numeri). Alla fine la decis ione l’ha presa il collegio presieduto dal giudice Di Lorenzo con i magistrati Elefante e Vitaliano: hanno riconosciuto, e di conseguenza esteso, il fallimento anche alla “società di fatto”. I giudici della sezione Fallimentare del Tribunale di Torre Annunziata hanno accolto l’istanza della Procura oplontina. Infatti, secondo la Procura le tre famiglie (LemboDella Gatta-Iuliano), oltre ad esser soci di società regolarmente costituite (vedi Compagnia, Shipping ed altre), avrebbero formato una “società di fatto” composta d agli stessi armatori e in qualità di soci imprenditori facevano capo a tutti i beni. Con tale decisione si è dichiarato i l fallimento delle nove persone fisiche: il defunto Capitan o, Michele Iuliano, sua moglie Maria Luigia Lembo e la figlia Giovanna; Micaela, Angelo, Pasquale della Gatta e la loro madre Lucia Boccia; Giuseppe Lembo, unico fondatore ancora in vita, e suo figlio Leonardo. Una sentenza forte, questa, che impone agli armatori di mettere in gioco anche i loro beni personali. Il 16 luglio prossimo è fissata la prima udienza per l’ammissione al passivo della società di fatto. Ma gli armatori, attraverso i propri legali, presentano ricorso in Corte d’Appello contro la dichiarazione di fallimento d ella società di fatto. Gli avvocati in quella sede proveranno a far emergere le ragioni dei loro assistiti. Come abbiamo scritto più volte, la vicenda è intricata ed è necessario fare chiarezza su alcuni punti. A tal proposito poniamo questo quesito: ma questi sequestri preventivi tutelano tutti o solo i creditori sociali (erario, banche, fornitori e creditori vari)? Inutile dirlo, allo stato attuale, i creditori sociali sono quelli avvantaggiati e probabilmente gli altri "obbligazionisti" rimarranno fuori o recupereranno cifre irrisorie. Si sostiene che i beni sequestrati abbiano un valore di 1,25Mld di euro, ma quali i criteri di valutazione? Noi de La Torre crediamo che sia un valore approssimativo e proviamo a spiegarlo con dei piccoli esempi. Sono partite le prime due aste riguardanti due navi, le stesse aste sono andate deserte. Ogni qual volta che un’asta va deserta alla prossima il valore del bene precipita, e chi compra spesso compra ad un valore molto più basso del mercato, tutto naturalmente a discapito degli obbligazionisti. Altro esempio potrebbe essere quello del Sakura, non era forse meglio continuare l’attività? Oggi, probabilmente, per tanti motivi il Sakura vale meno dell’anno scorso, poi se dovesse andare all’asta…. In breve, La Torre vuole che si tutelino innanzitutto tutti gli obbligazionisti.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 10 luglio 2013