Torre del Greco – Torre del Greco non sembra trovare pace. Dopo le inchieste che portarono in carcere quasi 2 anni l’ex sindaco Ciro Borriello per una storia di presunte mazzette nel settore della Nu, e dopo lo scandalo-inchiesta sui voti comprati nell’ultima tornata elettorale alle Comunali dell’anno scorso, che vede indagati 2 consiglieri comunali dell’ attuale maggioranza che supporta il sindaco Giovanni Palomba, Ciro Piccirillo e Stefano Abilitato (il primo è stato sospeso, mentre il secondo si è dimesso); ora ci sono 15 nuovi avvisi di garanzia per politici, dipendenti comunali, imprenditori e faccendieri.

A firmare la nuova ordinanza è stata il pm del Tribunale di Torre Annunziata, Giuliana Moccia.

Le persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta e all’abuso di ufficio per aggiudicarsi le gare d’appalto del Comune di Torre del Greco sono dieci. Ci sono l’ex vice sindaco della giunta guidata allora da Ciro Borriello, Donato Capone

, gli ex consiglieri comunali Ferdinando Guarino 
  e Salvatore Antifono 
(entrambi oggi supportano il governo cittadino di Giovanni Palomba. Il primo con la figlia che siede in consiglio comunale e il secondo riferimento in Consiglio comunale della lista La Svolta, stessa lista di appartenenza di Ciro Piccirillo, indagato in un’altra inchiesta). Poi, ci sono anche dipendenti comunali, liberi professionisti e imprenditori: Giovanni Battista Cimmino, Antonino De Dilectis, Carmela e Maddalena Lombardo, Raimondo Savastano, Ciro Vaccaro e Luigi Accardo.



Accusati invece di turbativa d’asta, l’attuale assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Sannino 

(il quale è al suo quarto avviso di garanzia in meno di un anno) che all’epoca dei fatti era dirigente del settore Urbanistica al Comune e non ricopriva incarichi politici; il funzionario del Comune Salvatore Loffredo e suo figlio Alessandro, e gli imprenditori Rosario Maisto e Gabriele Perillo,

A capo dell’organizzazione, secondo le pubblico ministero, ci sarebbe stato Ciro Vaccaro, titolare della ditta di pulizie del Comune, la Samir Global Service, che avrebbe avuto – secondo i giudici – “il compito di coordinare e sovrintendere ai rapporti con politici e pubblici ufficiali, individuando e reclutando imprenditori ai quali fornire protezioni e informazioni riservate sui contenuti delle offerte presentate per i bandi di gara ad evidenza pubblica, stabilendo i tassi in percentuale (il 6%, nda) per le dazioni di denaro a titolo corruttivo, mantenendo rapporti con esponenti del mondo politico locale, tra cui assessori e consiglieri comunali, oltre a dirigenti del settore”.