Da qui il detto: “se so’ rotte ‘e giarretelle”, per riferirsi a qualcosa di irrimediabile. Ebbene, quello che temevamo, che era stato annunciato da segnali inequivocabili (vedi polemiche assurde per il ‘ritiro’ imposto dalla società ai giocatori e aspramente contestato dagli stessi!), ieri sera è accaduto: in ‘casa-Napoli’ si sono rotte le giarretelle, o se preferite al vernacolo il più elegante, ma meno colorito, idioma nazionale, s’è rotto il giocattolo!
Di chi è la colpa? Quando accadono ‘rotture’ così drastiche, come ad esempio nei divorzi, non è facile attribuirle ad un solo responsabile (le giarretelle, ‘tozzandosi’ tra di loro, si rompevano, ma era impossibile stabilire quale delle mummere s’era rotta per prima, e poco importava). La società , segnatamente nella persona del presidente, ha commesso indubbiamente degli errori, così come non è esente da colpe l’operato dell’allenatore e di tutto il suo staff, medici compresi. Possiamo escludere da questo ‘processo indiziario’ i giocatori e le loro prestazioni? Assolutamente no, anche se riteniamo questi ultimi i meno colpevoli…
Noi, osservatori esterni, da più settimane abbiano avuto la sensazione netta che il caos più totale regnasse nello spogliatoio azzurro. Naturalmente, non ne conosciamo le cause, anche se qualche indiscrezione comincia a trapelare sulle ragioni dei malcontenti… I “mal di pancia” dei vari Allan, Insigne, Mertens, Callejion, Koulibaly, dovevano avere delle cause ben precise, così come le decisioni, più volte apparse cervellotiche, del ‘mister’ circa le formazioni mandate in campo.
Naturalmente, anche l’atteggiamento della ‘proprietà '(è più corretto definirla così, in quanto nel Napoli non esiste una struttura societaria vera e propria) è apparso ambiguo e ondivago… E allora, perché meravigliarsi, se anche ieri sera, contro il modesto Genoa, la prestazione della squadra è stata a dir poco vergognosa? La confusione mentale dei giocatori, il loro non avere punti di riferimento (in campo e fuori, ecco perché li riteniamo i meno responsabili di quello che sta accadendo!) s’è tradotta sul rettangolo di gioco in imprecisione nei passaggi – dettata dall’ansia di liberarsi quanto prima possibile del pallone che sembrava scottare trai loro piedi – in lentezza esasperante, nella totale mancanza di gioco e di idee.
Non era importante, quando si rompevano le mummere, stabilire quale delle anfore fosse stata la responsabile del disastro. Le ‘giarretelle’ rotte non si potevano riparare, l’abbiamo già detto, si buttavano via, insieme con l’acqua che da esse era caduta… Siamo già a questo punto? Possibile che non esista una soluzione per salvare almeno il salvabile, in questa stagione che, in campionato, appare irrimediabilmente compromessa, almeno per gli obiettivi di vertice? Forse la soluzione c’è, ed è meno difficile da attuarsi di quanto possa sembrare: visto che, in questa vicenda, appaiono evidenti gli errori di tutti i protagonisti, ci aspettiamo che “tutti” riflettano sull’accaduto e facciano non uno solo, ma più passi indietro, nell’interesse loro e di quanti hanno a cuore le sorti del Napoli!
Ernesto Pucciarelli
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