Crac Deiulemar, gli obbligazioni incontrano la Curatela: 19 milioni in cassa. Dal nuovo incontro, infatti, gli obbligazionisti sono stati informati che all’attivo ci sono circa 19 milioni di euro, ma per un riparto tra gli investitori il tutto sarà chiarito nel prossimo incontro, “attualmente dovrebbe essere lo 0,6%-0,7%”, spiega Camillo Di Donna, uno degli obbligazionisti presenti alla riunione con la Curatela. Sempre il signor Di Donna Deiulemar-Nave

ringrazia “gli avvocati Antonio e Monica Cirillo per la loro presenza ed i loro interventi mirati. Poi l’avvocato Antonio Cirillo – racconta sempre Di Donna – ha raccontato ai curatori, che questa è stata una vera e propria truffa in quanto la scarnificazione della Deiulemar Compagnia di Navigazione è stata una mossa studiata a tavolino già dal lontano 2004”.
Sempre lo stesso gruppo di obbligazionisti, riunito sotto la sigla Legalità e Trasparenza, lo scorso mese aveva scritto al giudice Palescandolo per chiedere lumi su una istanza per la sostituzione della Curatela fallimentare. “Spettabile fallimento Deiulemar Compagnia di Navigazione – era l’inizio della missiva sottoscritta da circa trecento obbligazionisti – n. 24/2012 Giudice Delegato dottor Massimo Palescandolo”. “Noi – continuava la lettera – sottoscritti e di seguito identificati e firmatari, nella qualità di obbligazionisti-creditori ammessi al passivo fallimentare n.24/2012 Deiulemar Compagnia di Navigazione, venuti a conoscenza di una “istanza” indirizzata al suindicato fallimento e al relativo Giudice delegato, dottor Massimo Palescandolo, nella quale – segue – si chiede in maniera irrituale e senza giustificata motivazione, la sostituzione della Curatela o di alcuni dei tre membri, considerato che una decisione in tal senso, oltre che non rispettare la normativa prevista in merito, potrà certamente rallentare l’iter della stessa procedura, anche in considerazione della recente modifica totale del Comitato dei creditori, nel quale si è avuta una sensibile riduzione dei rappresentanti degli stessi “obbligazionisti”. Poi, arrivava la richiesta al giudice Palescandalo: “Si chiede – c’era scritto – al giudice delegato di attenersi alle modalità previste per la revoca o sostituzione dell’organo fallimentare, Curatela o parte di essa, dando il giusto peso alle eventuali istanze di soggetti che rappresentano soltanto una minimissima parte dei creditori ammessi al passivo fallimentare”. E ancora: “Ci si oppone pertanto ad ogni tipo di gestione della procedura fallimentare fatta sulla base di “voleri” di pochi creditori che allo stato otterrebbero come unico risultato quello di rallentare la relativa procedura, danneggiando in tal modo chi ha sempre sostenuto e creduto nell’operato sia del giudice delegato, della Curatela e del Comitato dei Creditori del presente fallimento”. “Si confida – era la conclusione della lettera – nella professionalità e neutralità del Giudice Delegato, dottor Massimo Palescandolo, affinchè possa rigettare ogni “pretesa” di pochi creditori, non sufficientemente motivata e fuori dalle regole che governano la relativa materia, dando nuova linfa alla relativa procedura e maggiore rappresentatività agli obbligazionisti tutti nel relativo Comitato dei Creditori”.