Il gruppo di obbligazionisti prendono carta e penna e scrivono per sollecitare un’audizione in VI commissione Finanze per parlare del “crac della Deiulemar Compagnia di Navigazione dichiarata fallita il 2 maggio del 2012 per un buco patrimoniale di oltre 800 milioni di euro che vede coinvolti 13mila risparmiatori che per Deiulemar-Shipping-Targa

decenni hanno finanziato la compagnia tramite certificati obbligazionari”. Poi spiegano nella lettera che “la Deiulemar Compagnia di Navigazione aveva chiesto e ottenuto dalla Consob l’autorizzazione ad emettere obbligazioni fino a 40 milioni di euro. Circa 13000 famiglie investivano i loro risparmi in questa società, rassicurate dai controlli che lo Stato avrebbe dovuto periodicamente effettuare sullo stato di insolvenza. Invece la stessa emetteva titoli per centinaia di milioni fuori da qualsiasi controllo”. “È stato chiesto – continua la missiva – al Governo di affrontare il fallimento come fu per la Parmalat facendo ricorso alla legge Marzano, ma non si è mai avuto un esito favorevole. A seguito del fallimento Deiulemar 13mila famiglie hanno risentito delle conseguenze del crac, con ripercussioni sulle attività economiche e pesanti ricadute sul piano occupazionale”.
“E’ oramai da più di un anno – chiosano – che la proposta di istituire una commissione d’inchiesta del MoVimento 5 Stelle è stata depositata sia alla Camera (n. 2333 del 29.04.2014) che al Senato (Fascicolo Iter DDL S. 1477 del 22.09.2015), e nonostante la mobilitazione dei cittadini atta a sensibilizzare le istituzioni rispetto ad uno scandalo che ha messo in ginocchio centinaia di famiglie torresi che vi hanno investito i risparmi di una vita, tale richiesta rimane ad oggi inascoltata”.
Per concludere, gli obbligazionisti chiedono di “fissare un incontro presso la Camera dei Deputati con una rappresentanza degli obbligazionisti che possano chiarire gli intrecci bancari che questa società di navigazione ha avuto in tutto il territorio della provincia di Napoli e rappresentare i numerosi aspetti oscuri di questa vicenda”.
Alan