Ma la sfiducia verso la moneta unica si spiega anche guardando ai dati italiani. Dal 2001 il debito pubblico è cresciuto di circa 500 miliardi di euro e dal 108% del Pil è arrivato oltre il 133%. Anche la disoccupazione è peggiorata e dall’8,8% di fine 2001 è arrivata a dicembre 2016 all’11,9%. Ma nella popolazione il malcontento verso l’euro è cresciuto soprattutto perché da quando è entrato in vigore sono schizzati alle stelle i prezzi dei generi alimentari e fare la spesa ogni giorno diventa un’impresa ardua.Secondo i dati dell’Istat, confrontando i prezzi dei principali prodotti di largo consumo dal 2002 al 2016 si notano aumenti vertiginosi: +47% per un chilo di spaghetti, +58% per il riso, +55% per la passata di pomodoro, +80% per le patate e +73% per la carne di vitello. Ma perché è calato così tanto il potere d’acquisto? I motivi son tre: il cambio sfavorevole, l’arrotondamento prima del passaggio dalla lira all’euro e i controlli mancati durante il periodo della doppia circolazione che hanno portato alla “conseguente speculazione”.
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