Poesia

Torre, Torre mia,
sul tuo stemma sei in fondo alla via.
Torre, Torre in festa,
per due volte, al Vesuvio, hai saputo tener testa.

Torre, fiorente e bella,
della Campania sei, per me, la perla.
Torre, ormai invasa da sciacalli,
fosti diva per cammei e coralli:



Torre, città lieta,
ospitasti Leopardi, il poeta.
Torre, su cui affacciano mille finestre,
lui compose, in tuo onore, una poesia sulle ginestre.

O Torre! La popolazione ormai ti magna;
tu, che sei fra il mare e la montagna,
dall’una prendi la resistenza, dall’altro la potenza,
ritorna al tuo splendore, ch’io ti faccio la riverenza .
Olimpia Organista
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’11 luglio 2012