Dalla notte dei tempi, gli uomini l’hanno fatto, restando estasiati di fronte allo spettacolo che offre l’immensa volta celeste che li sovrasta… Il sole, la luna, le stelle, sono stati, nel passato, considerati delle vere e proprie ‘divinità’. Il cristianesimo ha addirittura indicato nel cielo la ‘sede’ del Paradiso, il luogo di beatitudine per coloro i quali sono stati rispettosi delle leggi del Signore.

Al Cielo molte volte ci si rivolge, quando si spera in un miracolo, quando si cerca un aiuto per risolvere i problemi che ci affliggono… Ebbene, anche questo magico rapporto con il Divino, siamo stati capaci di deteriorare, in nome del cosiddetto ‘progresso’! Prima, dicevo, s’alzavano gli occhi verso il cielo, e si pregava, sperando d’essere ascoltati…

Adesso, rivolgiamo ancora il nostro sguardo verso l’alto, ma lo facciamo con apprensione. Dove – ci chiediamo, infatti – andrà ad infrangersi l’impazzita stazione spaziale, che ha completato la sua missione nello spazio? E se, per fortuna, nei giorni scorsi, siamo scampati al pericolo ‘cinese’, che più volte ci ha ‘sfiorato’, (era come una sorta di ‘spada di Damocle’, che incombeva, minacciosa, su di noi!), sentiamo, comunque, l’angoscia continuare a pervaderci: quale sarà la prossima navicella che ci piomberà sulla testa?



Sarà frutto della tecnologia sovietica, di quella americana, o sarà di ‘matrice’ indiana o coreana? Insomma, chi dovremo ringraziare per aver ‘anticipato’ il nostro viaggio verso quel Cielo che una volta guardavamo con amore, rispetto, devozione e ammirazione?
Ernesto Pucciarelli