Siate sinceri, anche se ritenete d’essere il più razionale degli uomini, confessate: almeno una volta nella vita, non si siete ‘fermato’ se un gatto nero vi ha attraversato la strada? Non avete avuto un sussulto, avvertendo un brivido freddo nella schiena, se v’è capitato di far cadere un poco d’olio per terra o, peggio ancora, avete rotto uno specchio, per la quale ‘iattura’, coloro i quali ci credono, paventano ben sette anni di guai? Ma perché sto affrontando questo argomento?

La risposta al mio interrogativo è estremamente semplice: l’altro giorno è stato VENERDI’ 13! Da questo letale connubio, quali sventure s’attendono i ‘superstiziosi’? Anzitutto, cerchiamo, brevemente, di risalire alle origini delle credenze. Per quanto concerne il venerdì, sembra che i riferimenti siano esclusivamente legati alla religione. Gesù, infatti, morì di venerdì e, secondo una tradizione musulmana, sembra che proprio in questo giorno Adamo ed Eva mangiarono il famoso frutto proibito.

Per questa grave disobbedienza furono scacciati dal Signore dal Paradiso Terrestre e si dette inizio a tutte le nostre peripezie. Più complessi ed articolati sono i fatti che attribuiscono valenza negativa al numero tredici. Durante l’ultima cena di Gesù con gli apostoli, a tavola erano proprio in tredici, ed è noto quello che accadde il giorno dopo, per colpa del ‘buon’ Giuda! Il tredicesimo capitolo dell’Apocalisse, inoltre, è quello dedicato al Male e a Satana, l’Anticristo. Nella storia, si ricorda che addirittura gli Assiri mal sopportavano il tredici!



Per loro, il numero perfetto era il 12, multiplo di 3 e facilmente divisibile. Subito dopo, veniva il 13, che non possedeva le caratteristiche del numero che lo precedeva. Lo storico greco Diodoro ricorda che Filippo II (secolo IV a.c.), re di Macedonia e padre di Alessandro Magno, venne ucciso da una sua guardia subito dopo aver eretto accanto ai dodici dèi dell’Olimpo una propria statua, cosa che, evidentemente, venne considerata uno ‘sgarro’ dai divini. La considerazione negativa del venerdì e del numero tredici è diffusa in gran parte dell’Europa e dell’America. In molti alberghi e su alcuni aerei, la camera 13, o il posto a sedere contrassegnati da tale numero, non esistono! Bene, credo che basti… E allora avete capito qual è la ragione di questa mia lunga dissertazione sul venerdì e sul tredici? Ecco, fatico un poco ad ammetterlo, ma io, venerdì tredici, vera o non vera che sia la iattura, non mi muovo di casa… Sono più di due giorni che ho già cominciato a ‘lamentarmi’ con mia moglie: non mi sento niente bene!

Pensieri in libertà di Ernesto Pucciarelli