La mano di Mario Stilla per raccontare in una grap hic novel la storia di cinque militari dei corpi speciali Usa a difesa di un villaggio di contadini in Afghanistan sotto attacco dei Talebani. Sono gli strascichi della lunga guerra nella regione asiatica a fare da sfondo al romanzo a fumetti prodotto lo scorso mese di giugno dall’Archaia Black Label, casa editrice d’oltre oceano: l’impressione è che “Rubicon” (costo 24 dollari, quasi 18 euro n.d.a.) abbia tutte le credenziali per farsi apprezzare oltre dal solo pubblico del fumetto.

Il progetto – che annovera alle firme di pezzi da novanta come Mark Long, indicato dal New York Times come miglior scrittore nel suo genere, lo sceneggiatore e premio Oscar Christopher McQuarrie e l’ex soldato Dan Capel anche quella di un giovane 24enne talento di casa nostra – è chiaramente in proiezione transm edia, per cui quanto prima verrà riprodotto per altri canali mediatici. Un lavoro ambizioso dove “ rabbia, onore e gloria” – i tre sentimenti più avvertiti dall’opinione pubblica americana dopo l’attentato dell’undici settembre – sono perfettamente tracciati dalla matita di Mario Stilla, capelli e barba r ossa, e in passato già autore di alcune vignette per il nostro La Torre. “Negli Stati Uniti – racconta Mario ci sono arrivato diciamo per caso. Un’amica mi ha fortemente invitato a presentare alcuni disegni a lle più famose case editrici americane di fumetti. Dopo aver esaminato i miei lavori, lo staff del progetto Rubicon ha deciso di volermi lì, in California, per un mese: in poche settimane ho lavorato tantissimo, ma fortunatamente i miei sforzi sono stati ben apprezzati da gente del calibro di Long e McQuarrie, che mi hanno voluto parte integrante del progetto ed unico illustratore dell’intero romanzo a fumetti”.

Matita, china e tanto talento per il giovane Mario, prodotto dell’Istituto d’arte torrese e c on una laurea in Design già in tasca: “ovviamente, nella realizzazione del lavoro mi sono dovuto attenere a degli standard molto precisi – spiega con passione Mario – oltre a dover soddisfare la richiesta di enfatizzare la somiglianza dei protagonisti del fumetto ad alcune personalità famose. Il ‘ samurai’ Hector per esempio, figura principale dell’opera, richiama nei suoi tratti l’attore George Clooney. In generale, tra il progetto Rubicon, l’università ed altre piccole collaborazioni, gli ultimi quindici mesi della mia vita sono stati duri ma anche molto gratificanti. L’unico rammarico – conclude il talentuoso illustratore – è l’assoluta mancanza in Italia di opportunità lavorative per noi arti- s ti. Le poche collaborazioni propostemi dall’editoria italiana erano prevalentemente a titolo gratuito. E invece, tutto d’un tratto, mi sono ritrovato catapultato negli Stati Uniti a lavorare con il gotha della fumettistica americana”.



Nino Aromino

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 novembre 2013