E’ realmente accaduto, alcuni giorni fa, in un museo d’arte moderna degli Stati Uniti d’America. Un giovane buontempone, in un angolo di uno dei tanti padiglioni d’esposizione, ha sistemato per terra un paio d’occhiali da vista e s’è appostato per osservare le reazioni dei visitatori, filmandoli con l’immancabile telefonino. Ci credete? La maggior parte degli astanti s’è messa ad analizzare, da varie angolazioni, il “capolavoro” esposto! Qualcuno, improvvisandosi docente di Storia dell’Arte, ha addirittura provato ad attribuire un valore simbolico all’opera.

“E’ un chiaro invito a guardare la realtà che ci circonda con maggiore attenzione, ad acuire le nostre capacità di analisi e di critica…” Più o meno questo è stato il senso del commento dello (pseudo) esperto in questione. Immediatamente, m’è tornato in mente uno dei tanti, bellissimi, film di Alberto Sordi, insuperato interprete dei vizi (tanti) e delle virtù (poche) dell’italica gente. Remo e Augusta, sua moglie, agiati ‘fruttaroli’ romani, si lasciano convincere dai figli ” che hanno studiato e che tengono ‘e scole” ad avventurarsi in una vacanza intelligente.

Una delle tappe del tour culturale è la Biennale di Venezia. Su delle enormi pareti, in bella vista, due occhiali da sole… Naturalmente, per loro, quelle lenti non significano niente, sono un mistero, così come tutte le altre rappresentazioni artistiche esposte. Ad un certo punto, la povera Augusta, sfinita, s’abbatte su di una sedia… e viene addirittura essa stessa scambiata per un’opera d’arte, proprio come gli occhiali del museo statunitense! Bene, che dire… E’ indubbiamente difficile, in generale, stabilire che cosa sia “Arte” e che cosa, invece, non appartenga a questa categoria. Lontana da me l’idea di impelagarmi in questa discussione!



Concludo, perciò, questa mia rapida riflessione con una semplice constatazione: chi, di fronte agli affreschi della Cappella Sistina, ai quadri del Caravaggio, al cospetto di “Guernica” di Picasso, osservando le ardite realizzazioni architettoniche di Brunelleschi, o di Vanvitelli, non ha provato una sensazione di meraviglia, di stupore, di appagamento? Ecco, quando l’osservazione del prodotto dell’ingegno umano ci procura un “sobbalzo al cuore”, quella che ci sta davanti è, senza alcun dubbio, un’opera d’Arte! Tutto il resto, è bluff, (è ‘noia’, come direbbe il compianto Califano!), destinato a non lasciare traccia di sé nella Storia, anche se propagandato a scopi commerciali dal tam tam mediatico!
Ernesto Pucciarelli