Napoli – Una grande novità è arrivata in libreria nelle ultime settimane ed ha subito fatto registrare un grande boom di vendite. Stiamo parlando di “Maledetta Juve, non sappiamo più come insultarti”, il pamphlet ironico, scritto dal giornalista partenopeo Paolo Trapani, che raccoglie striscioni, post ironici, sfottò e slogan irriverenti con la squadra bianconera. Abbiamo incontrato l’autore del libro per approfondire i temi al centro dell’opera.

Come nasce questa idea?
Per gioco e per spirito goliardico. Il calcio suscita passioni estreme, di grande amore ma anche di forte antipatia. E la Juve è oggi in Italia la squadra più avversata e presa in giro. A Napoli penso ci sia la “summa” di questo risentimento sportivo.

Qual è il contenuto di fondo del libro?
Ho raccolto frasi, post, slogan, striscioni per deridere e prendere in giro quelli che ormai a Napoli chiamiamo i “non colorati”. I bianconeri sono da sempre i grandi avversari degli azzurri sul campo di calcio. Inoltre nel libro ho inserito diversi spunti di riflessione, a cominciare da quelli che chiamo gli “juventini pentiti”, perché oggi la Juve è messa in discussione anche da suoi autorevoli sostenitori.



Perché c’è questa grande rivalità tra Napoli e Juve?
Perché rappresentano due modi fortemente antitetici di interpretare il calcio e il tifo sportivo. Napoli è tra le poche grandi Città al mondo ad avere una sola squadra di calcio. Qui non abbiamo un derby, ma una sola maglia figlia di una sola realtà metropolitana. Quindi il senso di appartenenza ai colori azzurri e all’undici partenopeo è fortissimo e rappresenta l’idem sentire di un popolo. Il rapporto tra napoletani ed il Napoli è viscerale, va oltre il semplice sostegno sportivo. Dall’altra parte, invece, la Juve è per antonomasia la squadra con il minore legame ad una determinata città. Piuttosto il team bianconero è seguito e sostenuto da tifosi sparsi un po’ ovunque. In sintesi Napoli e Juve esprimono due concetti alternativi di sostenere una squadra di calcio. ‘Patrioti’ conto ‘apolidi’, volendo usare forzatamente due termini socio-politici più che sportivi.

Chi vincerà lo scudetto quest’anno?
È una bellissima lotta. Giocata punto a punto. Si deciderà nelle ultime partite. E servirà anche una grande dose di fortuna per farcela. Come in tutte le grandi imprese sportive anche quella di quest’anno necessita del fattore Dea bendata, oltre che dei fattori tecnici e agonistici, per essere compiuta.

Sono previste presentazioni del libro?
Sì. Dopo aver fatto tappa a Solopaca, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Cercola e Poggiomarino nelle prossime settimane sarò a Boscoreale insieme ad un gruppo di amici e tifosi azzurri che mi hanno contattato e stanno organizzando un grande evento all’insegna della goliardia, del tifo calcistico e dell’ironia. Il calcio è e deve rimanere un gioco, all’insegna dello sfottò reciproco e della presa in giro. Solo così possiamo contribuire a renderlo meno esasperato di quanto non lo è diventato negli ultimi anni.
Giuseppe Bocchino