Quando gli hobby incontrano l’arte e danno vita a qualcosa di unico e speciale

(a) Torre del Greco – Spesso gli hobby possono incontrarsi con l’arte e dare vita a qualcosa di inedito. Ne sa qualcosa Giuseppe Lembo, armatore di Torre del Greco, che da tempo colleziona pastori del ‘700. La sua collezione è un apporto straordinario a quella che è l’arte presepiale che da secoli coinvolge il napoletano.
Come nasce l’idea di collezionare pastori del ‘700?
Ciò che mi spinge a collezionare pastori non è un’idea, bensì il semplice amore per quella parte di storia e di religione che ha costituito e rappresentato la mia formazione culturale e familiare.
Secondo Lei, nel contesto socio-culturale odierno, il presepe è ancora importante o necessita di ammodernamenti?
Il contesto socio-culturale odierno non potrà mai cancellare ciò che è stato importante in passato, la storia va conosciuta sempre al fine di poter poi apprendere e migliorare. Credo che il Presepe per natura sia sempre
moderno ad attuale, pensare ad un suo ammodernamento significherebbe snaturarne la filosofia.
Chi è per Lei l’ “artista presepista”?
L’artista presepista è colui che con la propria fantasia espleta il suo nutrito desiderio religioso di realizzare un altarino per il bambino Gesù.
C’è qualche pastore della Sua collezione che vuole segnalare?
Nella mia collezione di pastori del ‘700 la mia preferenza cade inesorabilmente sulla natività del San Martino, lo stesso che fu autore del Cristo velato.
Quali sono le scene che preferisce?
I paesaggi rustici con la presenza dei pastori e degli animali.
Il Suo rapporto col territorio e la Sua passione per il presepe. Sta sviluppando qualche progetto a tal proposito per il futuro?
Credo che sia stato proprio questo territorio a trasmettermi la passione per il presepe, a darmi la tenacia per il lavoro, la fibra per sopportare le ostilità ed i sacrifici. Pertanto, non ho altri progetti in merito per il futuro, mi basta semplicemente sperare che la magia del presepe e del Natale possa sempre riscaldare i cuori delle persone e soprattutto di noi napoletani.
Sara Borriello
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 26 gennario 2011