LA SATIRA

E’ notte fonda, squilla il telefono. Rispondo imprecando mentalmente.
Pronto, chi è?
"Salve, signor giornalista medio! Disturbo?"
Signor Esposito! Ma si rende conto che sono le quattro di notte? E poi, chi le ha dato il mio numero?
"Eh, lei è un personaggio pubblico, deve abituarsi che la gente abbia il suo numero e la chiami ad ogni ora".
E a che debbo questo onore?
"Ho avuto un incubo terribile…"
E immagino che mi ha svegliato per raccontarmelo…
"Certamente. Allora: stavo giocando a pallone con degli amici nella neocostruita cittadella dello sport, a villa Inglese…".
E questo solo un sogno può essere…
"D’improvviso, in poco più di mezz’ora costruivano il depuratore industriale, che cominciava a funzionare subito". E questo è un incubo comune…
"Beh, a causa delle esalazioni, mi sentivo male, e mi trasportavano al nuovissimo Ospedale Maresca, completamente ristrutturato, ampliato e rinnovato".
E questo, più che un sogno, è una chimerica illusione…
"Insomma mi diagnosticavano un cancro alla cistifellea e dovevo essere operato d’urgenza. Veniva allora l’oncologo, il professor Ludwig von Kristen, già primario a Belsen-Belsen…".
Ludwig von Kristen? E da dove l’ha pescato questo nome?
"Ho un amico che si chiama Luigi Di Cristo, che ogni tanto mi da qualche diritta, si vede che nel sogno ho trasfigurato".
Be’ allora?…
"Allora questo professor von Kristen mi diceva: "Ora noi operaren lei con nuoven metodologia: noi taghliare pisellen, e lei quarire da kankro alla cistifellea". Io protesto e dico: "Ma che c’entra il mio affare con la cistifellea?". E lui: "Qvesto ultimo ritrofaten di scienza, riflesso traslaten. Noi taghliare pisellen e lei quarire da Kankro!". E io allora mi allarmo davvero e dico: "Uhé, nun pazziamme, il coso mio non si tocca!". E quello mi fa: "Spiacenten, lei avere cià firmaten per assenso!". E a questo punto io mi metto a gridare: "NON HO FIRMATO, NON HO FIRMATO!". Insomma, per farla breve, mi sono svegliato gridando, tanto che mia moglie che dormiva acanto a me si è svegliata di soprasalto pure lei…".
Be’ allora ci faccio sopra il solito articolo? Magari domani con calma…
"Certo come al solito."
Allora, buona notte, io cerco di riaddormentarmi. Lei che fa?
"Il sonno mi è passato, faccio colazione".
Caffellatte e biscotti?
"Ovviamente no. Una zuppa di stato di famiglia".
Dovevo immaginarlo. Buon appetito, allora, ed a presto, magari ad un orario più civile…
"Buona notte, professo’, e grazie per avermi ascoltato".
Giuseppe Della Monica