40esimo dell’ordinazione di don Raffaele Boriello

Il 15 maggio don Raffaele Borriello, parroco titolare dello Spirito Santo e Vicario Episcopale della nona zona ha festeggiato il 40° anniversario della propria ordinazione sacerdotale.
Lo ha fatto con la comunità spirituale di cui è a capo ormai da quattro anni, la parrocchia dello Spirito Santo. Sabato 14, amici e fedeli di ogni età si sono ritrovati all’oratorio B.V. Romano di via Marconi per assistere ad un recital sul tema del sacerdozio animato dalle varie realtà parrocchiali (scout, Azione Cattolica, coro S. Cecilia ed altri). Domenica 15 alle 19:30, poi, ha celebrato una partecipata ed affollata funzione religiosa di ringraziamento.
A don Raffaele abbiamo posto qualche domanda relativa all’importante traguardo raggiunto.
Don Raffaele, che messaggio personale ha cercato di trasmettere in questi 40 anni?
“Ma, più che un messaggio, parlerei di bilancio personale. In questo senso sono lieto di aver trascorso questo tempo all’interno di una bella realtà qual è quella della Chiesa. Ed ho cercato di vivere questa esperienza mettendo a disposizione delle varie comunità delle quali ho fatto parte i doni che il Signore mi ha elargito. Ed anche la stessa pienezza dell’appartenenza è un dono in sé. In definitiva, ho cercato di portare avanti l’offerta della mia vita che ho fatto nel giorno della mia ordinazione sacerdotale. Anche se a volte, anzi spesso, ho avuto come un senso di inadeguatezza personale al compito di essere segno vivente della Chiesa. Ma, soprattutto, continuo ad essere grato al Signore dei doni che mi ha fatto”.
Da un punto di vista emozionale, cosa significano 40 anni di sacerdozio?
“Non vorrei troppo soffermarmi sulle emozioni, che sono sempre qualcosa di transitorio. Vorrei piuttosto riflettere sui miei limiti. Se proprio devo esprimere un’emozione prevalente è la gratitudine per quanto ho ricevuto. Certamente ci sono ancora momenti che mi emozionano, ma non li alimento, anche se non li evito”.
Cosa ricorda, di quel girono di 40 anni fa?
“Fu un compimento. Vede, quando a 14 anni entrai in Seminario, molti mi domandavano: Quanto occorre per diventare sacerdote?. Ed io rispondevo -10 anni. Quasi tutti non riuscivano a nascondere un sorriso di scetticismo. Fortunatamente c’era mia madre che m’incoraggiava dicendomi: Ora contiamo gli anni che mancano, poi conteremo gli anni che sono passati. Ed eccomi qua… Ed ogni giorno che passa è un dono in più”.
Un ultima domanda: cosa significa fare il sacerdote oggi?
“io distinguerei fra essere sacerdote e fare il sacerdote. Essere sacerdote significa continuare la missione di Gesù, esserNe segno visibile nel mondo d’oggi. Fare il sacerdote significa rispondere alle difficili sollecitazioni del mondo d’oggi in maniera sempre diversa ed adeguata. Mentre c’è un solo modo di essere sacerdote, per fare il sacerdote bisogna essere sensibili a quello che le varie realtà ecclesiali di volta in volta richiedono”.
Bene, don Raffaele, ci vediamo fra 40 anni?
“Perché no, con l’aiuto del Signore…”.
Giuseppe Della Monica