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“E’ impossibile giocare su questo campo”. “Con questo terreno non si riesce a giocare palla a terra”. Questa è la solita filastrocca che si ascolta in tutti i post-partita delle gare casalinghe della Turris. Tutto giusto. Giustissimo. Il fondo dell’ “A.Liguori” è in condizioni pessime- a tal proposito, il terreno è stato sottoposto ad una nuova semina in coincidenza della sosta per le festività di Pasqua e, alla ripresa del campionato, dell’impegno esterno dei corallini a Nocera- e, solo a guardarlo, anche il meno esperto di calcio capirebbe che, giocando su quel terreno, le difficoltà non possono che aumentare in maniera esponenziale. Ma da qui a dire che la Turris di Merolla non riesce ad esprimere un calcio spettacolare solo perché il campo non lo permette, sembra davvero comico. Non ci si riesce a spiegare, infatti, come il Vittoria su quello stesso campo disastrato sia riuscito ad esprimere un ottimo calcio, mostrando belle trame di gioco. Non si riesce a capire come abbia fatto il Castrovillari a vincere su quello stesso campo negli ultimi dieci minuti una partita che la vedeva soccombere di due reti. Anzi, forse un campo così dovrebbe rappresentare paradossalmente un vantaggio per chi gioca in casa e quindi per chi, su quello stesso campo, si allena per tutta la settimana provando gli schemi del calcio “spettacolare”. Invece pare che su quel campo disastrato solo gli avversari siano in grado di vincere partite e giocare palla a terra. Vabbè, penserà il più inguaribile degli ottimisti, ma la Turris ha modo di rifarsi in trasferta dove i campi sono sicuramente migliori. Già… peccato che la Turris non abbia offerto calcio spettacolare sul perfetto manto erboso del “Pinto” di Caserta contro una squadra apparsa più che modesta. Peccato che la Turris non sia stata una macchina da gol sul perfetto terreno di erba sintetica- tanto richiesta da Cirillo anche al “Liguori”- in quel di Sarno dove i corallini rimediarono solo una figuraccia contro la terzultima in classifica. Peccato che sul perfetto manto erboso di Nocera, non si siano visti quegli schemi e quelle geometrie che dovrebbero strappare applausi e consensi. E allora ecco che il campo diventa una bella scusa…
Andrea Liguoro

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