L’aggancio alla Sessana c’è stato. E, a dirla tutta, non ci si aspettava neanche così presto. Adesso il valore della “remuntada” corallina finisce su quella stessa bilancia che aveva pesato solo le tante critiche faziose e distruttive (quelle costruttive, invece, si salvano sempre) piovute dopo il pari casalingo con il Portici che Turris-Sibilla-Esultanza-2015

aveva portato la Turris a meno sette dalla vetta. Sì, perchè in tanti avevano parlato, o meglio sentenziato, di un campionato ormai finito, di pensare a difendere almeno il secondo posto, di una squadra da rifondare, e chi più ne ha (sentite o lette) più ne metta. In tre giornate di campionato, invece, sono stati sbugiardati tutti quelli che praticano (gratis) quello sport così popolare chiamato critica distruttiva, sport che a Torre del Greco fa da sempre proseliti (per spirito di contraddizione o secondi fini). Certo, che brutta figura per chi si vanta di essere critico in quanto competente: perchè sentenziare quando non si è arrivati neanche a metà campionato dovrebbe essere un errore di chi la Turris, o il calcio in generale, lo segue da pochissimo. Così, sull’altro lato della bilancia, ci finisce sì il pari con il Portici, ma come punto guadagnato (quando non si può vincere contro una delle squadre più in forma del campionato, perché la Turris non era nel suo momento di forma migliore, non si deve neanche perdere) e non come due punti persi.

Se poi si fa il solito discorso dei blasoni, che “noi siamo la Turris”, che non ci si può accontentare di un pareggio, che certe squadre si affrontavano il giovedì in amichevole, beh, allora bisogna ricordare sempre che le partite si vincono nella realtà, sul campo, non a tavolino con le figurine, o solo perché si è “una città di ottantacinquemila abitanti” (che poi, a dirla tutta, a seguire la Turris, o almeno a volerle bene, non ne conto ottantacinquemila. Anzi…). Né si può pretendere che in tutte le partite ci sia un calcio spettacolare, un possesso palla del cento per cento, trenta tiri nello specchio della porta, un avversario dominato in lungo e in largo e a cui non si concede neanche un tiro in porta. Cose del genere forse fanno parte di un calcio virtuale chiamato fantasia. Così come sull’altro lato della bilancia ci finisce la vittoria al “Solaro”, visto che la Turris affrontò l’Ercolano nel suo miglior momento di forma (ed anche dopo la sconfitta nel derby, i “vicini di casa” hanno continuato a vincere). La bilancia, dunque, è tornata in pari, ma guai a rilassarsi: l’aggancio non deve assolutamente essere un punto di arrivo. Lo sa bene Santosuosso, che ha già messo tutti in guardia per la difficile trasferta di Procida e che dovrà continuare a lavorare per migliorare la squadra, e lo sa bene anche Vitaglione, che rimane con i piedi per terra, predica umiltà e chiede di non esaltarsi. Adesso inizia un altro campionato in cui anche il pubblico, come domenica, dovrà fare la sua parte: il famoso dodicesimo uomo in campo. Una parte che però non si recita soltanto con i numeri, ma con i fatti: i mille che con la Sibilla hanno applaudito ad un passaggio sbagliato, che hanno evitato il fischio ad un errore grossolano e che hanno caricato la squadra per una rimonta difficilissima valgono sicuramente più di cinquemila critici distruttivi. Che da oggi si sentiranno un pò più sconfitti. In rimonta, ovviamente.
Andrea Liguoro