EDITORIALE

Da qualche anno la nostra città sembra scenario di un gioco dei quattro cantoni su larga scala, ideato da un nuovo Leviatano dalle dimensioni territoriali indecifrabili: via l’ospedale, arrivano i pompieri; se ne va l’Enel, ma in compenso arriva l’INPS.
Un gioco ad incastro senza senso, senza alcuna reale crescita sociale ed economica della comunità, e più in generale, dell’area vesuviana esterna, inteso solo a favorire le clientele e gli equilibri politici del momento. Nel frattempo la nostra economia locale non sembra reggere il passo della globalizzazione: i procedimenti di lavorazione del corallo una volta secretati dalle donne di famiglia, ora sono di dominio pubblico, il polo orafo è stato insediato al Tarì, i consorzi sono tardivi e deboli rispetto alle sfide dei nuovi enormi mercati. La floricoltura continua a subire la "sindrome di Sanremo". Il commercio risente del basso potere d’acquisto dei salari, la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese, figuriamoci a comprare qualsiasi cosa che non sia strettamente indispensabile. Quanto al turismo, in un territorio brutalmente devastato, e non da poco, è un bel ricordo del tempo che fu. La stessa Banca di Credito Popolare, per sopravvivere, si è dovuta espandere a dismisura: l’operazione per fortuna è andata bene, ma rischia di perdere la sua specificità locale.
A fronte di tutto questo, la gente fugge, dal 1991 al 2001, se ne sono andate più di diecimila persone. E’ un bene per gli equilibri ecologici, un male per il peso politico ed economico della città, tenuto conto che ad andare via sono spesso gli elementi più capaci e dinamici.
Ora il depuratore, infine, che sembra dare il colpo di grazia ad una città in agonia.
Ma forse, proprio a partire dalla lotta contro il depuratore, la città potrà ritrovare sé stessa, far risorgere le sue energie migliori, per esprimere una classe dirigente che abbia le idee chiare sul piano locale, e sappia farsi autorevolmente ascoltare nei posti dove vengono decisi i destini delle popolazioni: a Napoli, a Roma e Milano, in Europa e nel mondo…
Giuseppe Della Monica

Articolo già pubblicato su La Torre 1905 cartaceo – Anno CIII n° 11 – mercoledì 04 giugno 2008