In cucina con Angie

(a) – Sono i dolci caratteristici che tradizionalmente si mangiano a Palermo il 19 di marzo nella ricorrenza della festa di San Giuseppe, una delle celebrazioni più antiche e tradizionali del sud Italia e di questa città.
Hanno alcune caratteristiche particolari, quali una forma irregolare, e sono inoltre condite con crema di ricotta, grani di pistacchio e scorza d’arancia candita. Sono sempre ed ogni caso fritte in grassi ed addolcite con miele o zucchero, così come facevano gli arabi che le chiamavano “le sfang”.
Il nome deriva dal latino “spongia” cioè spugna, e questi a sua volta dal greco “sfoggia”. Dunque frittelle morbide, gustose e asimmetriche, che sembrano delle vere e proprie spugne. Molti però fanno appunto derivare il vocabolo dall’arabo “sfang” col quale viene indicata una frittella di pasta addolcita con il miele.
Ingredienti: 400 g. di farina; 50 g. di strutto; 10 uova; 1 cucchiaino di bicarbonato; 1/2 litro d’acqua; Olio di semi; un pizzico di sale
Esecuzione:
Scaldate l’acqua con il sale, sciogliertevi lo strutto e incorporatevi la farina lavorando energicamente per non far formare grumi.
Unite una alla volta le uova. Lavorate l’impasto fino ad ottenere un composto uniforme e ben amalgamato.
Lasciate riposare il tutto (1/4 d’ora circa), avendo pero’ cura che non lieviti. Mettete quindi a scaldare l’olio di semi (l’olio dev’essere abbondante) in una padella dal bordo alto. Con un cucchiaio, versare nell’olio bollente le noci di impasto. Le noci vanno tenute separate, vanno rigirate di continuo e sopratutto vanno “battute” con un mestolo di legno affinchè la pasta gonfi e non formi grumi duri. Una volta dorate per bene, vanno farcite con crema di ricotta e spolverate con zucchero a velo.
Angie Cafiero
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 marzo