Siamo in una strada media del centro cittadino e ci viene incontro il nostro famoso cittadino medio, mediamente incazzato.
"No, molto incazzato!".
Signor Esposito! Cos’è che la fa arrabbiare tanto?
"Ho appena ascoltato ‘4 amici al bar’ di Gino Paoli. Ed ogni volta che la sento mi incazzo come un turco".
Cos’è che la fa arrabbiare tanto?
"E’ che grazie a canzoni come questa che la gente poi crede che il mondo si possa cambiare standosene al bar. Invece il mondo si può cambiare solo stando nei partiti politici, nelle scuole, nei giornali, nei sindacati, nelle case editrici, negli ordini professionali ed in quant’altro di sociale".
Ma la società civile?
"Certo, la società civile a volte è più avanti di quella politica
Penso alla Confidi o ad Artemis dell’Ascom, al purtroppo defunto Progetto Sirio contro l’usura, ai comitati di quartiere che organizzano la raccolta differenziata dei rifiuti, o – più prosaicamente – alla Banca di Credito Popolare che macina dividendi su dividendi. Però…".
Però?
"Però poi la società civile pretende di essere riconosciuta come politica senza farsi politica".
Si spieghi meglio.
"Mah, ogni volta alle elezioni comunali si presentano liste che sono apartitiche, e spesso vorrebbero essere apolitiche".
Invece?
"Invece, una caratterizzazione almeno ideologica le associazioni che pretendono di incidere sulla società dovrebbero averla. Chessò, imprenditori progressisti, professionisti conservatori, o qualcosa del genere".
Tipo?
"Non so, tipo ‘Emily’, donne in carriera, ma ben caratterizzate ideologicamente. Oppure, chi ha fatto bene nel sociale, dovrebbe misurarsi con i partiti tradizionali, senza pregiudizi o complessi di superiorità".
Capisco. E nel frattempo, in attesa che si avveri una società civile politicamente matura, noi che possiamo fare?
"Lei non lo so. Io mi mangio una copia di un quotidiano nazionale, tanto per ingannare l’attesa".
Signor Esposito!…
Giuseppe Della Monica

Articolo già pubblicato su La Torre 1905 cartaceo – Anno CIII n° 10 – mercoledì 21 maggio 2008