I sinistri verificatisi negli ultimi tempi sulle strade della nostra città ci offrono lo spunto per parlare dell’introduzione, nel nostro ordinamento, del reato di “Omicidio stradale”, una fattispecie sulla quale c’eravamo già soffermati allorquando era Giustizia-Toghe

ancora in corso la discussione in merito alla previsione di tale condotta quale delitto a sé stante nell’ambito dei reati previsti e puniti dal Codice penale. A suo tempo, avevamo già espresso le nostre perplessità riguardo l’utilità di tale iniziativa legislativa, da molti ritenuta, al contrario, necessaria per contrastare il triste fenomeno dei morti sulla strada. Oggi che l’iter parlamentare si è concluso, con l’introduzione nel Codice penale dell’art. 589 bis (assieme, peraltro, all’art. 590 bis, che punisce le “Lesioni personali stradali”), ci sembra doveroso ribadire le perplessità manifestate in passato, proprio in merito alla efficacia della norma in questione a fungere da deterrente rispetto a condotte imprudenti o negligenti da parte di chi percorre le strade a bordo di veicoli a motore. Abbiamo sempre sottolineato, in effetti, come lo strumento penale venga troppo spesso utilizzato in maniera impropria: l’aumento delle pene, anche quando è conseguenza, come nel caso di specie, della enucleazione di determinate condotte dalla ipotesi di reato che possiamo definire “madre” (tale è il rapporto tra il delitto di “Omicidio colposo” e il delitto di “Omicidio stradale”) non solo non svolge alcuna, apprezzabile, funzione di prevenzione dei reati, ma, soprattutto, appare dettato dalla necessità di far fronte alle pressioni dell’opinione pubblica, desiderosa, quest’ultima, che i delinquenti non rimangano impuniti. Gli effetti di questa norma sono, dunque, a nostro avviso, prevedibili: i morti per incidenti stradali, temiamo, non diminuiranno; le pene inflitte, saranno, però, più severe. L’ottica punitiva è, dunque, salva; quella di prevenzione dei reati riteniamo di no.
Alessandro e Giovanni Gentile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 9 marzo 2016