Il processo evolutivo che ha portato l’uomo dalla quadrupedia all’ortostatismo ha modificato in maniera sostanziale la morfologia e la funzione della spalla, alla quale oggi non è più richiesto di dare sostegno al corpo durante la deambulazione, ma piuttosto di guidare in maniera fine, la posizione della mano e dell’arto superiore nei vari piani dello spazio. Per raggiungere una prestazione così diversa da quella originaria, la Scapola-Alata-Chiropratica-Schiena

natura ha dovuto pagare un prezzo inevitabile: la grande mobilità è andata a discapito della stabilità articolare. L’articolazione della spalla e` tra le piu` mobili del corpo umano e permette ampie escursioni articolari nello spazio grazie alla testa omerale sferica che si articola con la piccola e piatta glena della scapola.La stabilità articolare durante il movimento è tutta affidata alle strutture molli: capsula articolare e labbro glenoideo, legamenti e m uscoli della cuffia dei rotatori con i rispettivi tendini. Un trauma violento puo` favorire la perdita di contatto tra testa omerale e glena realizzando la lussazione acuta di spalla, provocando il distacco del cercine e dei legamenti che solo in una bassa percentuale di casi, se non trattati, possono cicatrizzare in maniera corretta. La conseguenza del primo trauma, quindi, puo` essere la lussazione abituale della spalla che avviene con traumi sempre minori o addirittura durante il sonno. Negli atleti che praticano sport di lancio tipo tennis, pallanuoto, pallavolo si puo` realizzare un progressivo sfiancamento, allungamento della capsula e dei legamenti anteriori con conseguente dolore e perdita di efficienza del gesto atletico. La conseguenza di cio` e` la minor capacita` di stabilizzare la testa omerale ed una secondaria soffe- r enza dei tendini della cuffia. In queste forme di instabilità da sovraccarico della spalla si evidenz iano distacchi parziali del cercine o dell’ancora bicipitale e/o lesioni parziali della cuffia. Sono quindi sufficienti traumi di minor entita` p er provocare la lussazione. Esistono infine pazienti che presentano costituzionalmente una capsula articolare piu` lassa ed elastica, e che sono predisposti a forme di instabilità atraumatiche particolarmente dolorose. La visita dello specialista ortopedico valuta la storia del paziente (sport, traumi, sintomi) ed eseguira` un attento esame clinico con test specifici per valutare l’instabilità. L’anamnesi e l’esame obiettivo possono e devono consentire la diagnosi, mentre le indagini strumentali aiutano unicamente a definire il danno ed il planning operatorio. L’esame RX puo` dimostrare le lesioni ossee causate dalla prima lussazione, mentre la RMN permette definire il danno al cercine, ai legamenti ed alla capsula articolare. Solo dopo aver inquadrato il paziente, l’origine della patologia e l’importanza delle lesioni anatomiche associate è possibile poter stabilire il trattamento più idoneo tra fisiokinesiterapia e chirurgia. Gli interventi possono essere eseguiti in artroscopia, cioe` con l’introduzione in articolazione di un’ottica collegata ad una telecamera ed a un monitor che consentono di eseguire l’intervento attraverso altre due piccole incisioni cutanee. In caso di importante lesione ossea sara` indicato l’intervento a cielo aperto con l’utilizzo di un innesto osseo a colmare il deficit.
Dott. Gaetano Scognamiglio
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
dott.gaetanoscognamiglio@hotmail.com

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 26 novembre 2014