E’ argomento ancora attuale l’episodio che ha visto, ad Ercolano, l’uccisione di due malviventi da parte di un gioielliere che i primi volevano rapinare. Come spesso accade in casi del genere, l’opinione pubblica, dinanzi a questo grave fatto di cronaca, si è spaccata: da un lato, coloro che ritengono del tutto legittima la condotta Giustizia-Toghe

del gioielliere, dall’altro, invece, quelli che propendono per la responsabilità penale di colui che ha sparato ai rapinatori. E’ noto che il gioielliere sia attualmente indagato per eccesso colposo di legittima difesa, ipotesi che si configura nel momento in cui una persona, vittima di un’azione offensiva da parte di altri, nel reagire all’offesa oltrepassi, appunto, i limiti della legittima difesa, tanto che il fatto commesso viene addebitato al suo autore a titolo di colpa. Secondo l’ipotesi accusatoria sin qui formulata (che, naturalmente, potrà essere confermata o smentita), il gioielliere, che legittimamente poteva reagire dinanzi al pericolo di un’offesa contro di lui mossa, avrebbe, però, errato, con colpa, nella valutazione di detto pericolo, agendo oltre i limiti consentiti; in questo caso, quindi, l’uomo, uccidendo i due rapinatori, avrebbe commesso omicidio colposo. E’ appena il caso di osservare che in questi frangenti siano del tutto ingiustificate le prese di posizione, in un senso o nell’altro, di coloro che nulla conoscono della dinamica dei fatti. Era, come accennato, prevedibile che l’opinione pubblica si dividesse, rispetto alla figura del gioielliere, tra innocentisti e colpevolisti; tuttavia, in questi casi la cosa più giusta da fare è affidarsi al lavoro dei magistrati, gli unici deputati a dire una parola definitiva in merito allo svolgimento dei fatti. Per l’ennesima volta, quindi, teniamo a sottolineare come la nostra società di tutto abbia bisogno, fuorché della giustizia sommaria di chi, in assenza di elementi concreti di riscontro, ritiene, tuttavia, di potere giudicare i comportamenti altrui.
Alessandro e Giovanni Gentile

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 21 ottobre 2015