In discussione il comune senso del ridicolo

Gentile direttrice,
sono tanti i giovani nostrani che rinunciano ai sogni e alla voglia di giocare e, costretti a sbarcare il lunario, si autoimpongono di smettere di sognare. Costretti a prendersi sul serio giocano a un’insana corsa all’invecchiamento precoce e invidiano chi riesce a godersi la vita e le sorprese che essa regala. Incapaci di star dietro al ritmo frenetico del tempo, si mettono negativamente in discussione, mentre esistono anziani con una voglia di vivere. Forse proprio perchè, dopo una certa età si tende a rivivere i tempi in cui eravamo bambini. Capita pure che l’anziano si prenda troppe libertà e si creda "onnipotente" -dimenticando il rischio infarti causato da sforzi esagerati o finisce per lasciarsi sfruttare da badanti in cerca di uomini facoltosi a cui spillare il patrimonio. La capacità di godere di sani divertimenti in età avanzata è una gioiosa corsa indietro nel tempo. Si riscoprono i piaceri del gioco, di nuove amicizie e compagnie "eterne", sensazioni già vissute in passato, ma che assumono sapori e profumi diversi. La semplice partita a carte tra amici, diventa un evento; un incontro per ballare, per sforchettare insieme, una piacevole chiacchierata davanti a un bicchiere di vino; riscoprire i brividi di un innamoramento e goderselo come un insolito avvenimento.Anche se, in una società ligia a regole stabilite comportamentali, certi atteggiamenti troppo "sciolti" da parte di chi "non ha oramai niente da perdere" fanno scalpore. E’ bello ricordare quanto più volte ribadito dall’anziana ex parlamentare Adele Faccio "Non è vita lasciarsi prendere da un meccanismo allucinante, dove il terrore è normalità e l’amore fa scandalo, dove l’essere tristi e "in crisi" è normale, mentre provare gioia è ridicolo".
Emma Di Taranto