GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO

Sempre più spesso ci capita di apprendere notizie di episodi criminali ai quali si stenta a dare una spiegazione, stante la violenza dei comportamenti che vengono posti in essere, molto spesso, tra l’altro, da parte di minorenni. Due settimane fa, ad esempio, all’interno di un treno della Circumvesuviana, partito da Sorrento e diretto a Napoli, circa venti ragazzi, saliti alla stazione di Meta di Sorrento, si sono resi protagonisti di danneggiamenti all’interno del treno e di aggressioni nei confronti di passeggeri; solo il sopraggiungere delle forze dell’ordine, intervenute presso la stazione di Torre del Greco, ha posto fine all’assurdo episodio. Inevitabili (e più che condivisibili) le polemiche che sono seguite al caso, con la logica richiesta, da parte del personale della Circumvesuviana, di maggiori controlli onde garantire sicurezza sia ai lavoratori che ai passeggeri. A riguardo, peraltro, va ricordato che i protagonisti di questa azione criminale sono stati, in buona parte, individuati dalle forze dell’ordine, con buona pace di quanti lamentano che i delinquenti la fanno sempre franca. Viene da chiedersi, però, in casi del genere, se e quanto possa essere utile l’intervento punitivo (doveroso, s’intende!) dello Stato per scongiurare il ripetersi di fatti di tale gravità, che affondano le loro radici nella Ignoranza, nella diseducazione, nella emarginazione di ragazzi allevati come polli da una televisione fatta ad arte per rimbambire, esclusi dalla sedicente “parte sana” della società, la stessa, magari, dalla quale viene avanzata la proposta di sopprimere alcune fermate della metropolitana di Napoli, che consentono anche ai ragazzi dei quartieri – ghetto di accedere al Vomero. In realtà, appare utopistico pensare che una maggiore presenza di polizia e carabinieri basti, da sola, a scongiurare il ripetersi di episodi come quello appena ricordato. Fino a quando esisteranno i quartieri – ghetto, fino a quando una parte di noi continuerà ad emarginare un’altra parte della società, quest’ultima, fatalmente, si rivolterà sempre contro la prima.
Alessandro e Giovanni Gentile
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’1 giugno 2011