GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO

Caduto il Governo Prodi, le prospettive di un’intesa in Parlamento per un esecutivo che consentisse l’approvazione di una nuova legge elettorale erano apparse da subito scarse, stante il netto contrasto tra le varie forze politiche in ordine al sistema da adottare nel nostro Paese; il Capo dello Stato, dunque, altro non ha potuto fare che prendere atto di questa situazione di stallo e sciogliere le Camere. Alle prossime elezioni politiche, allora, si andrà con l’attuale sistema elettorale, da alcuni ribattezzato "porcellum", ricordando l’espressione utilizzata dal leghista Calderoli, il quale aveva appunto definito una "porcata" la vigente legge. Ancora una volta, occorre registrare la totale inerzia delle forze politiche, che ben avrebbero fatto a cercare un accordo per correggere gli evidenti difetti dell’attuale sistema di votazione, che, ricordiamo, non consente all’elettore di esprimere alcuna preferenza per questo o quel candidato.
Reintrodurre il voto di preferenza rappresentava, ad avviso di chi scrive, un’esigenza primaria, al fine di restituire all’elettore un autentico potere di scelta dei propri rappresentanti in Parlamento; così non è stato e il cittadino si troverà, quindi, a votare una lista di candidati secondo la ‘classifica’ predeterminata dalle segreterie dei partiti. Una domanda, allora, è d’obbligo: ci voleva tanto a reintrodurre il voto di preferenza? La risposta, per quanto ci riguarda, è scontata: una simile modifica normativa non richiedeva molto tempo né una particolare discussione; invece, i cittadini hanno sentito parlare per giorni di "maggioritario" e "proporzionale", di "proporzionale con sbarramento", di "sistema alla francese" o alla "tedesca" e così via.
L’attenzione si è, dunque, spostata su temi più complessi, sui quali, chiaramente, era ed è più difficile trovare un accordo; ma sono discussioni del genere che alimentano il distacco dei cittadini dalla politica, una politica sempre più lontana dagli elettori, che non capisce o finge di non capire che questi ultimi vogliono innanzitutto una cosa, semplice, elementare: scegliere per chi votare.
Giovanni e Alessandro Gentile