GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO

I giorni che hanno preceduto il Natale sono stati segnati da un evento che non è esagerato definire "epocale": il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha sancito la moratoria della pena capitale. La netta maggioranza dei Paesi membri dell’O.N.U. si è espressa contro la pena di morte; a nulla è valso, dunque, il voto contrario di quei Paesi in cui, ancora oggi, la pena capitale viene regolarmente praticata (vedi, ad esempio, gli Stati Uniti d’America). La presa di posizione delle Nazioni Unite, che consiste in una esortazione ad interrompere le esecuzioni capitali, assume un carattere di fondamentale importanza, poiché mai, prima d’ora, il consesso mondiale si era pronunciato in tal senso; questo voto, quindi, rappresenta un punto di svolta, un passo importante in prospettiva della definitiva abolizione della pena di morte. Il risultato raggiunto, però, se giustamente alimenta entusiasmo e speranza in coloro che da tempo si battono contro gli omicidi legalizzati, non deve dare il via a facili illusioni: il cammino da compiere è ancora lungo e richiederà ulteriore impegno per vincere le resistenze, innanzitutto culturali, di quanti non credono in questa battaglia di progresso e di civiltà. Le cronache di questi giorni, infatti, ci raccontano di esecuzioni capitali che, in barba alla pronuncia dell’O.N.U., continuano ad essere praticate nei Paesi (vedi le condanne a morte eseguite in Iran) i cui rappresentanti hanno votato contro la moratoria; segno inequivocabile, questo, della difficoltà di fare breccia nell’opinione pubblica e nei governi di realtà tanto diverse, come quelle che caratterizzano il pianeta. Un motivo in più, comunque, per non abbassare la guardia e per farsi promotori di una iniziativa tesa alla definitiva abolizione della pena di morte, magari ancora una volta con l’Italia in prima fila ad esortare i governi di tutto il mondo a dire di no una volta e per tutte a questa inutile barbarie, che stentiamo a credere possa essere tuttora vista da alcuni come un giusto e valido mezzo di contrasto della criminalità.
Giovanni e Alessandro Gentile