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Ogni volta che la Chiesa dà indicazioni ai cattolici su argomenti che toccano la vita pratica delle persone, e quindi la politica, insorgono critiche che negano alla Chiesa questo diritto. A Roma, il cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, ha detto che, per le prossime elezioni, la Chiesa non si farà coinvolgere in una scelta di tipo partitico, ma si batterà per i valori fondati sul primato della persona umana e sul bene comune. E poiché ha toccato i temi "del rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale e del sostegno concreto alla famiglia legittima fondata sul matrimonio", le critiche trasbordano da tutti i media. Le più blande ammettono che la Chiesa possa esprimere il suo parere in astratto, ma non su argomenti sui quali lo Stato ha legiferato e intende legiferare.Chi fa questi ragionamenti, non conosce cosa sia la Chiesa per i cattolici. La Chiesa non è una pia associazione, un club, un’organizzazione politica, una confraternita, un movimento ideologico e cose del genere. E’ un’istituzione voluta da Dio, fondata da Gesù Cristo allo scopo di guidare gli uomini verso il loro fine ultimo, che è per il cattolico la vita immortale eterna..
Gesù stesso, fondando la Chiesa, ha dato ad essa una gerarchia, gli Apostoli, i veri interpreti del "senso" della Chiesa, perché agiscono assistiti dallo Spirito Santo. Un singolo sacerdote, un singolo vescovo, insegnando qualche cosa possono anche sbagliare. Esprimere cioè un’opinione personale. Ma quando i vescovi si esprimono comunitariamente, sotto la guida del Papa, allora è Dio stesso che parla. E questo avviene per le direttive fondamentali riguardanti le Verità della Fede, e le conseguenze pratiche che da esse derivano per il raggiungimento del fine ultimo dell’esistenza. In questi casi, le guide della Chiesa hanno il dovere di dare consigli e il popolo dei cattolici ha il diritto di esigere dalle guide indicazioni precise e chiare.
Perciò le gerarchie ecclesiastiche sono tenute a indicare ai cattolici quale sia, nell’esistenza di tutti i giorni il percorso da tenere per essere in sintonia con l’insegnamento di Gesù. E i cattolici queste indicazioni devono esigerle. Quindi, quando i vescovi si esprimono non fanno altro che compiere un dovere, e, se non lo facessero, tradirebbero la loro missione.
Una massa silenziosa di cattolici esige indicazioni e consigli. Sono cittadini che pagano le tasse ed hanno perciò diritto ad avere quella libertà di opinione e di espressione garantita dalla Costituzione. Le critiche, le intimidazioni psicologiche, i distinguo, le ironie, le insofferenze che a valanga invadono i media ogni volta che la Chiesa offre il suo parere ai cattolici, sono, in realtà, non solo fuori luogo ma anticostituzionali.
Renzo Allegri

L’attualissimo articolo e-mail pervenuto in Redazione ha fatto molto discutere alcuni redattori che sono giunti alle conclusioni qui sintetizzate:



Del libero arbitrio
Nonostante il Tribunale della Santa Inquisizione abbia chiuso i battenti da un bel po’, quando la Chiesa si offre come consigliera delle scelte politiche dei cittadini sembra che quell’antica Istituzione, mirata alla difesa della fede, sia attiva ancora oggi. La Chiesa giustamente difende e tenta di instillare le sue Verità anche se talvolta, quelle lanciate dai pulpiti domenicali, non sembrano a una coscienza critica semplici "indicazioni", ma assumono frequentemente toni più simili ad intimidazioni piuttosto che a "suggerimenti". Così nella recente propaganda per il referendum definito "sulla vita", sono arrivati alle nostre porte volantini che ci "indicavano" cosa era più giusto fare seguendo i canoni della nostra religione. Materiale informativo che ha raggiunto un pubblico eterogeneo: dalle anziane già di per sè devotissime che hanno accettato il "suggerimento" come un Vangelo, a giovani coppie disperatamente sterili che magari avevano sperato nella continuazione di una ricerca fondamentale per la loro vita procreativa. In più sono naufragate le speranze dei tanti ammalati che, privi di mezzi economici, non potendo accedere alle ricerche in patria, avrebbero dovuto curarsi all’estero. In momenti di crisi come quelli che attraversiamo, è prezioso il compito ecclesiale di scuola educatrice di pensiero soprattutto per i giovani, senza però che si prema su imposizioni e legiferazioni che tolgano al cittadino il libero arbitrio senza il quale non c’è nell’individuo responsabilizzazione e crescita personale.
M.Rosaria Ferraioli