GLI AVVOCATI DEL DIAVOLO

La gestione dei conti pubblici richiede, come noto, grande attenzione e notevole perizia, in quanto bisogna contemperare le esigenze di bilancio con il dovere di fornire ai cittadini dei servizi che abbiano un livello qualitativo quantomeno accettabile. Un simile discorso vale, ovviamente, a tutti i livelli territoriali, partendo, cioè, dall’amministrazione statale per arrivare a quella degli enti locali. È altrettanto noto, però, che non tutti coloro che assumono incarichi pubblici dimostrano di avere sufficiente sensibilità rispetto alle esigenze sopra accennate: basti ricordare, a riguardo, il caso della nostra regione, la Campania, il cui sistema sanitario, tanto per fare un esempio, è stato storicamente caratterizzato da una cattiva gestione dei fondi pubblici. Proprio in tema di sanità campana, tra l’altro, un recente dossier ha rivelato che i dipendenti del nostro ente regionale risultano essere tra i più pagati su tutto il territorio nazionale e che all’Asl Napoli 1 spetta il record italiano per gli stipendi più alti degli operatori sanitari. I dati della nostra regione contribuiscono, quindi, a spiegare le motivazioni che stanno alla base dell’ormai famoso “piano di rientro”, che prevede la soppressione di molti presidi sanitari, tra cui l’ospedale A. Maresca di Torre del Greco: in sostanza, a causa degli sprechi realizzati nel corso degli anni, grazie ad una classe politica inetta e disonesta, le casse del nostro sistema sanitario risultano dissestate e, così, bisogna chiudere gli ospedali, in barba al diritto alla salute che, ricordiamo, viene sancito dal nostro ordinamento a livello costituzionale. Non è un caso, però, che chi scrive faccia riferimento alla disonestà, oltre che alla incompetenza, dei politici (e non solo) campani; appare, infatti, assai improbabile che alla base del dissesto del nostro sistema sanitario non ci siano stati comportamenti di rilevanza penale, sui quali, quindi, auspichiamo che gli organi competenti facciano al più presto
Alessandro e Giovanni
Gentile
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 23 febbraio 2011