Il problema dell’attaccamento morboso quasi ossessivo che la stragrande maggioranza della popolazione ha nei riguardi degli apparecchi elettronici quali computer, tablet, playstation, XBox e quanto altro, è stato affrontato in diverse circostanze ed è tuttora oggetto di studi. Ma ciò che forse viene trascurato è che da qualche anno a questa parte lo stesso computer è stato sostituito da uno strumento ancora più piccolo, cellulari-tablet

ovvero il cellulare. I cellulari di ultima generazione,infatti, quali Samsung, iPhone, Nokia, offrono dei servizi e presentano delle funzionalità che rendono superfluo l’utilizzo di un pc. Internet, Facebook, WhatsApp, giochi, hanno fatto dei cellulari dei veri e propri computer portatili in miniatura che, secondo studi recenti, non fanno altro che incrementare quella che, in alcuni paesi, è già diventata una vera e propria “malattia sociale” e che è anche definita “telefonino-dipendenza”, “cellularomania”o “cellulare-addiction”. Persino la macchina fotografica è stata sostituita, per non parlare dei libri non più acquistati in libreria oppure fittati in una biblioteca, bensì scaricati da internet e letti direttamente dal cellulare. Come fare a capire se si è dipendenti dal cellulare? Ci sono dei segnali-spia che ci consentono di valutare quanto siamo dipendenti da questi apparecchi. Alcuni di questi segnali sono: il dedicare la maggior parte del proprio tempo ad attività connesse all’utilizzo del telefonino (telefonate, sms, giochi, consultazioni, uso di foto-videocamere, ecc.), svolte in modo esclusivo o in concomitanza con altre attività; si manifesta un senso di stordimento, mal di testa, vertigini, dolori al viso o all’orecchio o altri sintomi fisici che possono essere collegati all’abuso del telefonino; si mostra un utilizzo del telefonino non giustificato da necessità, bensì come strumento per soddisfare bisogni di ordine affettivo-relazionale e come principale mezzo per comunicare con gli altri rispetto ad altre forme di comunicazione; si tende ad entrare in ansia o perfino in panico, o comunque a sperimentare stati emotivi spiacevoli, se il telefonino è scarico o se non funziona; si è incapaci di mantenere dei momenti di assenza di contatto e di comunicazione con qualcuno; si tende a giustificare l’incapacità a staccarsi dal telefonino con l’uso di alibi (es. ragioni di sicurezza); si tende ad utilizzare il telefonino per tenere sotto controllo alcune paure o insicurezze (paura della solitudine, fobie specifiche, crisi d’ansia, ecc.); si ha l’abitudine di mantenere il telefono acceso anche di notte e di effettuare eventuali risvegli notturni per controllare l’arrivo di short message o di chiamate. Alla luce di quanto detto ,dunque, è necessario pestare molta attenzione agli effetti che questi apparecchi hanno anche e soprattutto sulla nostra psiche e sul nostro modo di relazionarci agli altri.

Alessia Rivieccio

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 novembre 2013