Torre del Greco – Donne insoddisfatte della loro vita coniugale, uomini in cerca di rivalsa in piena crisi di mezza età o giovani coppie focose. Etero o omo, non c’è differenza. Incontri clandestini, consumati di giorno come di sera, sotto gli occhi di ignari adulti come di bambini. Coppie clandestine in cerca di intimità o ragazzi senza troppe pretese e senza una casa propria. E se non si può varcare la soglia di casa, si battezza qualche altro luogo ad alcova. E non c’è di meglio che la cara vecchia automobile per lasciarsi andare alla passione, con milioni di baci e con tanto altro ancora. I giornali sui vetri non si usano quasi più. Il massimo che ci si può concedere sono i vetri appannati e un parasole. E per il resto si sta al rischio. L’emozione del rischio, voglia di voyeurismo, ansia da brutti incontri o sana incoscienza spingono queste coppie, per lo più clandestine, a non scegliere più strade di campagna o zone di periferia per consumare il loro fugace rapporto, ma si spingono sempre più giù, sempre più al centro. Se a Napoli è passato agli annali il parco della Rimembranza come parco dell’amore.
A Torre del Greco c’è una strada, a pochi passi dall’autostrada e dal centro cittadino, nei pressi di una pompa di benzina, che è stata deputata a strada dell’amore e del sesso. Una diramazione monca di via Cavallo, non priva, però, del suo nucleo abitativo dove gli abitanti più di una volta si sono ribellati a queste sconcezze. “Ho un bimbo di 4 anni e uno di 12 – racconta uno di loro -, la mia casa affacciava proprio sul punto dove gli amanti si incontrano per consumare un amore focoso. Più di una volta ho sollecitato le forze dell’ordine ad intervenire, ma vanamente. Una volta, l’ennesima volta che ho visto due corpi nudi dimenarsi in auto ho deciso di farmi giustizia da solo. Sono sceso brandendo una mazza di legno e, battendo vicino la portiera dell’auto, ho suggerito alla coppia di vestirsi e di scegliersi un altro luogo lontano dagli occhi di bambini per fare le loro porcherie. Alla fine ho ceduto io. Ora vivo in un’altra zona”.
“Ero sul tetto della mia abitazione per regolare l’antenna – spiega un altro abitante della zona – ad un certo punto ho visto due auto parcheggiare, una Citroen C3 Picasso color champagne e una Toyota Rav4 nera. Vedo scendere un uomo dall’auto nera e salire su quella di color champagne. Dentro una donna ad aspettarlo. Un attimo che mi faccio distrarre dalle mie cose e subito dopo li rivedo completamente nudi, uno sopra l’altra. Non erano nemmeno le 13 e poco dopo sono passate delle mamme con i loro pargoli che tornavano da scuola. Uno schifo”.
“Una mattina – racconta ancora un’altra persona – mentre mi accingevo a prendere l’auto per andare al lavoro, ho notato una coppia nuda nella macchina affianco alla mia, completamente nudi che si baciavano appassionatamente. La cosa ancora più strana è che si trattavano di due uomini. Ho provato vergogna io per loro”. Eppure per questi incontri clandestini c’è una soluzione più comoda per tutti.  Anonimi alberghi, lontani da occhi indiscreti di consorti, genitori, parenti, conoscenti e soprattutto bambini. Senza vivere la loro intimità tra le lamiere di una macchina in luoghi più o meno appartati, più o meno pericolosi. Un tempo si chiamavano motel, oggi sono più comunemente noti come alberghi a ore, alcove a costo accessibile e a privacy garantita per una sessione d’amore. Ce ne sono per tutte le tasche, da Pompei alla panoramica di Trecase, dalla periferia torrese alla strada che porta al Vesuvio. Documenti richiesti (a tutela del personale di servizio), ma non registrati (a tutela degli amanti). Camere anonime, come gli amanti che le eleggono a tempio dell’amore, anche se per brevi lassi di tempo. Hotel “clandestini”, come gli incontri che ospitano.