Torre del Greco – L’argomento immigrazione sta spaccando l’opinione pubblica in due parti: da un lato c’è chi ritiene insostenibile per la nostra economia l’arrivo di nuove bocche da sfamare, dall’altro c’è chi sostiene l’irriducibilità di prestare aiuto a chi viene in Italia per sfuggire da guerre e povertà.
La questione, negli ultimi tempi, sta toccando in particolare le nostre zone, bolle in pentola l’apertura di un centro di accoglienza a Torre del Greco, pronto ad ospitare trecento migranti. CasaPound Italia, sabato 29 aprile, è scesa in piazza, a via Roma, per opporsi a questo centro. Abbiamo intervistato il torrese Ferdinando Raiola, coordinatore regionale di CPI, per capire meglio la loro posizione:
Opporsi all’apertura del centro di accoglienza è un atto di xenofobia?
Posto che Il razzismo è la xenofobia esistono in tutto il mondo – esiste anche il razzismo verso gli italiani – non riguarda assolutamente noi, è la nostra storia che parla, in CPI abbiamo ragazzi che vengono dalla Siria, dall’Ucraina, opporsi a questo centro di accoglienza non è una questione di razzismo.

Che questione è allora?
E’ una questione pratica, Torre del Greco è in ginocchio dalla disoccupazione – si fa prima a contare gli occupati rispetto ai disoccupati – c’è la crisi marittima, c’è il crack Deiulemar, e proprio per questo le famiglie non consumano più e le attività commerciali sono quindi in difficoltà, è un cane che si morde la coda. Ora arrivano queste trecento persone a Torre del Greco, che possono essere le persone migliori del mondo, ma hanno comunque un costo, un costo che varia dai 35 ai 45 euro al giorno a persona, oltre trecentomila euro al mese, sono fondi dello Stato e delle comunità europea, ad ogni modo fondi dei contribuenti italiani. E poi ci sono i terremotati italiani che vivono ancora nei container.

Questi soldi vanno direttamente agli immigrati?
E’ proprio quello il problema: questi soldi vanno ad associazioni di cui spesso non si conosce il nome, a Roma ad esempio, a proposito dello scandalo di Mafia Capitale, dichiarò Buzzi che il business degli immigrati era più lucroso di quello della droga. A questo proposito mi permetto di andare oltre: l’operato losco di queste associazioni è assolutamente strumentale a coloro che vogliono abbassare il costo del lavoro. In epoca globalizzata le aziende italiane hanno dei costi elevati, e anziché andare a lavorare sulla qualità per battere la concorrenza estera preferiscono abbassare il costo del lavoro, ed ecco che assumere un immigrato è più conveniente che assumere un italiano, l’immigrato lo paghi meno, non lo metti in regola, non se ne frega della legge sulla sicurezza, non ti fa sciopero quando c’è da fare il rinnovo del contratto… è sicuramente in atto la volontà di sostituzione di un popolo – quello italiano – tramite l’abbassamento del costo del lavoro, e noi è a questo che ci opponiamo.
Tornando al centro Immigrati a Torre del Greco, è sicuro che verrà fatto, chi ne sta discutendo e chi delibererà?
La prefettura di Napoli, aderendo ad una legge del ministero, ha diviso per lotti la provincia di Napoli già da marzo 2015, Torre del Greco è inserita nel lotto 1 assieme a Ercolano, Portici e S. Giorgio, in questo lotto devono arrivare 850 immigrati divisi in base alla densità abitativa. Tutta la provincia di Napoli è stata divisa in lotti, ed in alcuni di questi gli stranieri sono già arrivati, quindi chiunque dica che questa storia è una “bufala” dice una “fesseria”, la prefettura ha già deliberato, non so se arriveranno domani, tra sei mesi o tra un anno, ma il processo è in atto.
Fabio Cirillo