San Giorgio a Cremano – “Il Comune di San Giorgio a Cremano ha fatto da intermediario finanziario tra il ministero dell’Interno e l’Arci Napoli, affidatario del servizio di gestione e accoglienza dei richiedenti asilo nell’ambito del progetto Sprar. Un affidamento diretto, in barba a qualsiasi principio che rispetti la concorrenza, la trasparenza e la meritocrazia. Quei 39 migranti, con il passare del tempo, sono diventati 116, tutti accolti nel Comune di Napoli. Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati prevede, invece, l’accoglienza nelle comunità per una vera integrazione. Ma a San Giorgio non si è visto nessun migrante. L’Arci Napoli ha delocalizzato il servizio e gestito l’accoglienza in modo totalmente familiaristico. Il presidente, Mariano Anniciello, ex consigliere comunale del Pd a Napoli, testimone dell’unione civile tra il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, e il suo compagno, ha fatto assumere in cooperativa sua moglie e sua madre, una pensionata di 80 anni”.

A sollevare la questione è Danilo Roberto Cascone, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle di San Giorgio a Cremano, nel corso di una conferenza stampa. Il caso è finito anche sotto la lente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone ed è ora nelle mani dell’autorità giudiziaria. “Non spetta a noi parlare di illeciti che rileverà la magistratura – continua Cascone – ma solleviamo un caso di chiara inopportunità, quantomeno politica”.

Alla conferenza stampa, il consigliere M5S del Comune di Giugliano, Nicola Palma, ha denunciato anche una gestione sospetta nel Comune del progetto Back Home per il rimpatrio di 38 migranti, sempre gestito da Arci Napoli. “E’ un progetto fallimentare – ha spiegato Palma -. Si prevedeva un finanziamento di 800mila euro per 6 mesi per permettere il rimpatrio di 38 migranti. Uno spreco di denaro, visto e considerato che i migranti rimessi in patria sono stati 8. Grazie all’intervento del M5S quel finanziamento si è ridotto a 40mila euro”.



Sul tema, sono intervenuti anche i parlamentari del Movimento Cinque Stelle Luigi Gallo, Roberto Fico e Sergio Puglia. “La nostra proposta – hanno spiegato i portavoce M5S in parlamento – prevede che tutti gli affidamenti non siano fatti direttamente tramite una delibera di giunta ma attraverso un bando, pubblico e trasparente. L’M5S difende il modello Sprar, sistema virtuoso perché favorisce accoglienza, integrazione e aggregazione. Ma se le modalità di affidamento sono queste e la gestione è così malsana quella logica crolla totalmente sotto la tipica gestione all’italiana. Anche chi opera correttamente, magari nel silenzio, rischia di finire in un calderone di abusi ed illeciti che si fanno sentire tanto sulla pelle degli italiani quanto su quella dei migranti. Continueremo a scoperchiare questi calderoni, soprattutto in difesa dei diritti umani e contro la loro violazione”.