Forti attriti tra e nei partiti per la nomina dei setti componenti della prossima giunta targata Malinconico

Ti è piaciuta la bicicletta e ora pedala.
È questo il messaggio degli uomini politici che contano a Torre del Greco dopo l’elezione del sindaco della società civile, Gennaro Malinconico, l’uomo che fino a ieri lavorava come avvocato penalista e pensava solo alla difesa dei due Donadio, padre e figlio, dalle accuse venute fuori dall’inchiesta Abusivopoli e che adesso, invece, cercherà di imparare in fretta il mestiere di amministratore.
I cosiddetti politici navigati della città lo aspettano al varco, ma ancora attendono prima di uscire allo scoperto.
La domanda che circola con più insistenza in queste ore nella città leopardiana e del Beato Vincenzo Romano è come saranno affrontati i nodi riguardanti le nomine per la formazione della prossima giunta.
L’unica cosa certa è che la squadra di governo cittadino sarà composta da sette elementi.
L’idea che balena nella mente del neosindaco è quella di tenere due posti per sé (due tecnici: uno alla legalità – un magistrato o un avvocato – e uno specializzato in urbanistica e/o al reperimento di fondi europei) e di lasciare campo libero ai partiti per indicare gli altri cinque componenti della squadra di governo. E qui viene il bello.
Da una parte troviamo l’Udc che, con cinque consiglieri – giustamente -, dovrebbe fare la parte del leone, anche se al suo interno convivono personalità contrastanti:
Alfonso Ascione che, con l’elezione di tre suoi fedelissimi (Vittorio Guarino, Ciro Piccirillo e Massimo Cirillo – questi ultimi due in una lista civica -), vorrebbe una certa visibilità all’interno del prossimo esecutivo, magari vedrebbe bene per sé la carica di vicesindaco; Filippo Colantonio (che voci insistenti – poi smentite durante una conferenza stampa – lo volevano pronto a rompere il tavolo delle trattative se non accontentato) e Gaetano Frulio (quest’ultimo troverebbe come sponda anche Nicola Donadio, anche esso, come il primo, uomo vicino al consigliere regionale, Pasquale Sommese) si contendono, invece, il ruolo di presidente del consiglio comunale. Sempre Frulio, poi, potrebbe “sacrificarsi” per far posto al suo principale sponsor durante la campagna elettorale, l’ex consigliere comunale della Margherita, Mario Altiero.
Dall’altra parte, invece, c’è l’Idv, che si è saputa imporre come seconda forza della coalizione e che vorrebbe mettere almeno tre suoi rappresentanti nella prossima giunta guidata da Malinconico: una donna che corrisponderebbe all’identikit di Mafalda Arrivo (che ha avuto un buon piazzamento in lista) e un uomo che avrebbe i connotati del segretario cittadino, Gerardo Guida. A questi, si aggiunge anche il primo della lista, Peppe Speranza, che dovrebbe veder riconosciuto il buon lavoro portato avanti fin qui con il partito di Di Pietro. Il massimo per l’Italia dei Valori sarebbe portare a casa la poltrona di vicesindaco.
In mezzo: il Pd. Anche se ha avuto un risultato deludente all’ultima tornata elettorale, si aspetta almeno un riconoscimento al sacrificio di aver ceduto la candidatura a sindaco all’Udc. Tra i tanti che sognano la poltrona da vicesindaco troviamo: Luigi Mennella (sacrificato e trombato per la corsa a sindaco), Lorenzo Porzio (principale sponsor di Massimo Meo), Vittorio Cuciniello (segretario cittadino) e le due primedonne, Velia Matarese (presidente della sezione torrese del Pd) e Loredana Raia (segretario locale Uil).
A sperare, ma solo di rientrare nel consiglio comunale, c’è anche Catello Esposito, primo dei non eletti, che tifa apertamente per una promozione in giunta di Massimo Meo o di Vincenzo Castellano. Poi, per concludere con il partito di Bersani, ritorniamo su Massimo Meo, che non ha mai celato la voglia di andarsi a sedere sulla poltrona di presidente del consiglio comunale.
Voglia che è venuta anche a Valerio Ciavolino, che in quel ruolo vedrebbe bene il suo ultimo delfino, in ordine di tempo, Domenico Perna, eletto nella civica Nova civitas. In caso contrario sarebbe pronto a battere i piedi minacciando di far prendere armi e bagagli al suo fedelissimo per trasferirsi all’opposizione, magari facendolo iscrivere nel gruppo del Nuovo Psi, insieme al borrielliano Ciro Accardo, dando così credito alle voci che lo volevano impegnato durante le ultime votazioni a dar man forte all’antagonista di Gennaro Malinconico, Ciro Borriello.
E sempre per Nova civitas c’è l’auto-candidatura ad assessore della prima non eletta, Clelia Gorga.
I politici navigati di Torre sono convinti che la sfida del neosindaco sia un’incognita e qualcuno di loro già sta tramando.

Alfonso Ancona
Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 30 maggio 2012