Tre le richieste avanzate dall’ex sindaco ai due candidati per l’apparentamento. L’accordo è però fallito

Rimarrà alla finestra, guardando da spettatore la sfida del 10 e 11 giugno tra Alfonso Ascione e Ciro Borriello. L’Udc di Valerio Ciavolino, ha scelto. O meglio, ha deciso di non apparentarsi con nessuna delle due coalizioni in vista del ballottaggio. Una decisione che Ciavolino così motiva: “Mi sembra normale che non ci sia stato alcun apparentamento. Ci sono stati dei segnali da parte degli altri due candidati – afferma l’ex sindaco – ma sono rimasti tali. Si è parlato molto attraverso la stampa, ma di concreto non si è giunto a nulla. Ai due candidati avevo chiesto – dichiara Ciavolino – un assessorato alla legalità, una relazione sui punti programmatici coincidenti e che non ci fossero nella futura squadra di governo persone con carichi pendenti o procedimenti in corso. Ma non si è trovata alcuna sintesi, né con Ascione né con Borriello”. Un assessorato – quello con delega alla legalità -che con molta probabilità l’ex sindaco avrebbe affidato ad Enrico Angelone, avvocato e suo uomo di fiducia, nonché artefice delle vittorie nelle aule di tribunale contro le accuse che vedevano l’amministrazione Ciavolino collusa con la camorra.
E, su dove si indirizzeranno gli oltre 9.000 consensi ottenuti al primo turno, l’ex sindaco è chiaro: “Lascerò ai miei elettori libertà di voto, andranno alle urne secondo loro coscienza. Credo che sia ingiusto fare campagna per il non voto, anche se tale diritto va esercitato tenendo conto di alcuni canoni morali e etici molto importanti”.
E, su quale sarà il suo futuro, Ciavolino non ha dubbi: “La città mi ha dato l’onore di sedere in consiglio comunale, e rispetterò il mandato riservatomi”.
Ultime battute sulle voci che vedrebbero l’Asl Na 5 aver fatto pressione affinché si favorissero alcuni candidati del centrosinistra. Una denuncia che ha fatto scattare i controlli dei consiglieri regionali di Forza Italia: “Sono all’oscuro della vicenda. Certamente – conclude Ciavolino – queste verifiche andrebbero effettuate dalla magistratura e non dalla politica. Comunque, mi auguro e sono certo che se pressioni ci sono state, queste verranno a galla. Come si dice, tutti i nodi vengono al pettine. E – conclude l’ex primo cittadino – se una parte della città mi ha espresso fiducia, non a caso lo ha fatto per procedere ad un risanamento della politica e della città”. Un risanamento che, secondo le recenti esternazioni a mezzo stampa di Ciavolino, dovrà innanzitutto passare per il recupero dell’etica politica e della legalità. Così come i suoi manifesti di ringraziamento ai suoi elettori hanno confermato.
 
<p align=right">Nino Aromino