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Torre del Greco – L’associazione teatrale “Gianni Pernice” continua a divertire il pubblico torrese con la nuova opera portata in scena lo scorso weekend presso il teatro Don Orione: “Il morto sta bene in salute”, commedia in due atti di Gaetano Di Maio, scritta dal grande Maestro negli anni ’70 e portata al successo da Luisa Conte ed Enzo Cannavale.
Definito dai critici come “giallo comico”, il genere proposto unisce i tratti della commedia brillante a quelli di un noir caricaturale, risultandone uno spettacolo esilarante che non ha deluso le aspettative dei numerosi presenti: la sala quasi al completo ha mostrato di gradire la commedia fin dalle prime battute, con risate ed applausi a scena aperta.
La trama si presenta come un variopinto cocktail fatto di mafiosi incalliti, tresche amorose, equivoci, bugie e raggiri di ogni sorta, e si snoda attraverso un ritmo serrato ed incalzante.
Il tutto si svolge all’interno della “Pensione della Tranquillità”, posto tutt’altro che tranquillo per concedersi un po’ di riposo e che si rivelerà, al contrario, una grottesca gabbia di matti con la quale i due proprietari, Gennaro e Clotilde Bottiglieri (Carmine Bruno e Rosalba Pernice), si troveranno a fare i conti.
A dare il via alle bizzarre dinamiche e peripezie varie, una valigia contenete una grossa somma di denaro.
Cosa fareste voi, se un giorno doveste trovarne una in casa vostra?
E’ esattamente questo ciò che accade nella pensione dei due coniugi Bottiglieri, i quali decidono di spendere quei soldi fino all’ultimo centesimo, del tutto ignari del fatto che questa valigia li avrebbe collegati al killer professionista Calogero (Raffaele Adamo), direttamente incaricato dalla mafia siciliana di uccidere il cantante squattrinato Luca Cacchione (Vincenzo Bruno), che soggiorna nella pensioncina ed è coinvolto in una tresca amorosa con la giovane Giulietta (Ester Giobbe), figlia dei proprietari.
Intorno a questa vicenda, si intrecciano le storie di numerosi altri personaggi del tutto stravaganti, collegati in qualche modo alla “Pensione della Tranquillità”: da Filuccio (Giuseppe Granato), fratello di Gennaro Bottiglieri e Don Giovanni incallito, alla cameriera impicciona e venale, Susanna (Agnese Granato); e ancora al barbiere pazzo, Bartolo (Vincenzo Mazza), al fioraio Giovanni (Michele Bruno) o alla portinaia Lucia (Lucia Tortora) con il figlio Paoluccio (Jacopo Sannino) per finire con la spietata e sfacciata giornalaia Ntunettella (Antonella Loffredo). Ma non si mostrano da meno neanche gli ospiti della pensione, tutti eccentrici e con aspetti raccapriccianti, che contribuiranno a rendere la scena movimentata e divertente: come Cherubino (Raffaele Raiola), spasimante di Giulietta, o la femme fatale Chantal (Cristina Accardo); ed ancora la nottambula Armida (Annachiara Granato) per finire con la misteriosa famiglia sicula, collegata anch’essa al mandante capomafia: la matrona Donna Onofria (Francesca Romano), sua figlia Catena (Laura Battiloro) ed i piccoli nipotini Filadelfio e Manfredi (Fabrizio Narducci ed Emanuele Mignano).
Ad arricchire il tutto, il tocco d’arte della regista Rosalba Pernice, che con intermezzi musicali e dialoghi cantati, ha conferito un’impronta personale alla messa in scena, mostrando come il teatro possa essere non solo un luogo di svago, ma anche un’ occasione di educazione all’arte, intesa in tutte le sue sfaccettature.
Nota di merito va, infine, alla scenografia, allestita completamente dagli attori in scena, secondo il progetto del giovane architetto Vincenzo Bruno, che sfida le consuete concezioni scenografiche del teatro torrese: “Usando non pochi escamotage strutturali – ci spiega – ho racchiuso il palco nella sua completezza come all’interno di una scatola. Mentre normalmente lo scenario è costituito da uno sfondo e dalle quinte laterali, ho chiuso i vuoti che dilatano lo spazio attraverso la realizzazione di una volta a sesto ribassato, studiando nel contempo le posizioni delle luci, necessarie per una buona illuminazione della scenografia stessa. Il risultato è quello di permettere allo spettatore una continuità dello sguardo, che lo porta a concentrarsi costantemente su ciò che accade sulla scena, sentendosi quasi parte di essa”.
L’opera sarà nuovamente portata in scena, presso il teatro Don Orione, sabato 26 e domenica 27 Novembre.