Torre del Greco – Lo scorso fine settimana ha debuttato, presso teatro San Luigi Orione di Ercolano, L’Ultimo Scugnizzo”, con la regia di Liborio Preite, Presidente della Compagnia MediaMusical.

Nel lavoro,  tratto da una commedia in tre atti portata in scena da Raffaele Viviani per la prima volta il 16 dicembre 1932, dominano due temi cari al teatro del celebre autore partenopeo: la miseria e l’emarginazione. Preite, che ha già rappresentato in passato con successo quest’opera,  fa suoi questi temi, riadattandoli alle emergenze sociali contemporanee, purtroppo non così lontane da quelle di inizio Novecento ( nelle sue note di regia, infatti, si legge “dal 1932 al 2017 nulla è cambiato!”).

Protagonista della vicenda è ’Ntonio, uno scugnizzo che,  aspettando il primo figlio dalla sua fidanzata Maria, decide di mettere la testa a posto:  riesce a trovare un impiego presso lo studio di un avvocato, nel tentativo di poter avere finalmente una vita onesta e dignitosa, sia per sé che per la sua futura famiglia. Il giovane, interpretato da un intenso Liborio Preite,  si dimostrerà  abile ed arguto non solo nel disbrigare le più complicate pratiche legali dell’avvocato, ma anche nel mediare delicati intrighi familiari dello stesso. Non mancano colpi di scena e momenti drammatici nella narrazione, che, tuttavia, mantiene quel tocco di leggerezza e di giocosità tipica degli “scugnizzi” napoletani.



Altra grande protagonista della commedia è la musica, composta da un ispirato Nino d’Angelo nel 2000, resa oggi splendidamente dalle interpretazioni come voci soliste dello stesso Preite, insieme con Carmela Esposito, Francy Preite  e Roberto della Capa. Gradevole anche la performance del Corpo di Ballo “Alba Buonandi”, che ha scandito con eleganza alcuni momenti dell’opera.

Si nota che dietro la messa in scena del regista torrese c’è un’analisi attenta del messaggio di Viviani, ma nel contempo c’è anche un personalissimo contributo, una rilettura inserita nel contesto attuale, fatto di una società ancora piena di “paletti” e di  emarginati,  nelle periferie di Napoli come in quelle di tante altre metropoli planetarie.

Le scelte stilistiche per la scenografia, i costumi e le luci, nonché la bravura degli interpreti hanno  contribuito all’ottima resa di una pièce storica del nostro teatro,  in cui in passato si sono cimentati molti grandi attori: da Peppe Barra a Sergio Bruni, da Massimo Ranieri al già citato Nino d’Angelo.

La versione di Preite e della sua compagnia attoriale offre allo spettatore la possibilità di apprezzare l’originalità dei contenuti di Viviani, pur in una chiave innovativa e calata nel momento storico che stiamo vivendo. Da evidenziare un toccante contributo audio del grande Eduardo De Filippo, uno struggente monologo sul senso della vita e della paternità,  sapientemente inserito dalla regia nella parte finale della rappresentazione.

Si replica i prossimi 21 e 22 ottobre.

Marika Galloro