Ex-capostazione e scrittore torrese, Tommaso Guerrazzi alla sua prima esperienza letteraria

“Una mattina d’estate sono caduto dal letto e ho battuto la testa. I neuroni cerebrali si sono spostati e hanno attivato la mia vena poetica”. Esordisce così Tommaso Guerrazzi, scrittore torrese, ex-capostazione, alla sua prima esperienza letteraria. “ Tutte le letture che negli anni hanno contribuito a forgiare il mio bagaglio culturale – continua l’Autore –, le parole di una vita sono cominciate a uscire come c avalli imbizzarriti dagli occhi, dalla bocca, dalle mani…
E hanno composto delle frasi e, qualche volta, anche una poesia”. Un cappello di riflessiva ironia che fa da filo conduttore all’intera opera, già presentata ufficialmente il 18 dicembre scorso presso la Sala-videoconferenze di Palazzo Baronale alla presenza del sindaco Gennaro Malinconico e del Presidente del Consiglio Comunale Filippo Colantonio. Una raccolta di poesie in dialetto napoletano (e traduzione) c he scandaglia gli umori più sinceri di uomo dializzato da oltre 26anni, costretto su una sedia rotelle, davanti al balcone di casa. Fotografia esatta di come lo stesso Tommaso ha voluto farsi immortalare in copertina, caustica immagine della malattia, compiuta analogia dei suoi versi. Na cos’ teng’e buon’ sulament’/ e a gent’ quann’à ver’/ dice: [V] Tien’i capill’ tutt’nir’! /[V] Sono l’invidia e tutt’ e scucciat’/ e di chi anzitempo s’è imbiancat’ (tratto dalla poesia“Mi presento”).
Le parole escono fuori come i numeri dal bussolotto, madide di quell’ironia amara e al contempo sfrontata tipica della tombola napoletana. Al pari di essa si servono del vernacolo, della parlata locale che arriva ai più senza distinzione di sorta. Freccia al cuore rosso del bersaglio da tiro. Versi incisivi, graffianti, che rigano la sensibilità del lettore. Lo chiamano a riflettere sul significato più umile e profondo della vita, soppesando gioie e idiozie. Colpi da kappaò che lasciano il segno. Il libro, edito inoltre dalla stampa torre- s e Duemme, vuole essere anche un omaggio alle radici del luogo natio, alla Città del Corallo, e al Vesuvio con cui l’Autore, come riportato nel risvolto di copertina, condivide il segno di fuoco e la tempra incandescente. Il Comune ha acquistato cento copie del volume per divulgarne i contenuti nelle scuole, ma anche tra le associazioni, le istituzioni e le forze dell’ordine… affinché nella biblioteca di ogni ragazzo vi sia l’opera di un proprio concittadino di cui possano andar fieri.
Simone Ascione

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 febbraio 2013