La chiesa dello Spirito Santo in viale Ungheria, è stata in questi ultimi cinquant’anni, un luogo fondamentale per lo sviluppo sociale della comunità, che nei primi anni ’50, iniziava ad insediarsi. Su un territorio che era essenzialmente agricolo verranno collocati alcuni insediamenti urbani, come la nuova stazione della Circumvesuviana, lo stadio comunale, e la realizzazione di un importante agglomerato di edifici INA casa. A un così esplicito fervore di vita materiale non corrispondeva però un’altrettanta corrispondenza nella vita spirituale, mancando nella zona un luogo di culto, che soddisfacesse ai bisogni spirituali della contrada. Questo bisogno fu sentito da Rosa e Vincenzo Onorato, che già da tempo avevano il desiderio di donare un suolo di mq. 650 già di loro proprietà dal 1919, alla Curia Arcivescovile al fine di costruirvi una chiesa giovandosi delle disposizioni e dei benefici della legge n. 2522 del 18 dicembre 1952 L’appello degli Onorato fu accolto benevolmente dalla Curia napoletana, anche se non mancarono difficoltà, tanto che nel settembre del 1953, l’avvocato Nicola Giglio, marito di Rosa Onorato, scriveva una accorata lettera al Cardinale Castaldo per sapere le ragioni, che impedivano la sollecita costruzione della chiesa sul suolo da loro donato. Nel 1952 gli Onorato avevano dato incarico all’architetto Camillo Guerra, di redigere un progetto per la costruzione della loro nuova casa e di una chiesa ad essa annessa. Guerra, era uno dei più grandi architetti napoletani del XX secolo, e la sua opera architettonica si caratterizzava per essere stata influenzata dall’eclettismo, che si rinviene soprattutto nei suoi lavori giovanili da cui però progressivamente si allontanò adottando in dosi sempre maggiori uno stile razionalista. Il suo progetto occupava gran parte del lotto impegnato dagli Onorato, egli realizzò in un unico blocco edilizio, sia la chiesa che la loro villa. La chiesa che aveva il prospetto principale su viale Onorato, era a pianta latina ad unica navata con pilastri, transetto, abside e copertura con tetto a capriate. La facciata era composta da un atrio, che ricordava un tempio greco, sorretto da quatto colonne con trabeazione e timpano. La villa aveva il prospetto principale su viale Ungheria, ed era a due livelli con due negozi sulla via e un atrio porticato dove era posto l’ingresso. Da esso si poteva accedere in uno spazio verde, che fungeva anche da sagrato dinanzi al tempio. Per il dislivello del terreno donato, l’area sottostante la chiesa, fu dotata di ampi e luminosi locali, da potersi adattare ad asili infantili e scuole. Purtroppo il permesso tanto atteso dalla Curia non arrivò e gli Onorato costruirono la loro nuova residenza accanto al lotto donato, trasformando un salone al piano terra, in una cappella provvisoria in attesa della realizzazione della chiesa. Solo nel 1960 fu necessario eseguire un nuovo progetto di una chiesa parrocchiale in cemento armato di 500 posti, ed ancora una volta gli Onorato chiamarono per realizzarlo un giovane architetto napoletano Franco Sbandi.
Arch. Giorgio Castiello

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 26 novembre 2014