Dionisio è il nome di due tiranni, padre e figlio, che si succedettero al potere a Siracusa dal 432 al 367 a.c. Naturalmente, se uno è tiranno, fa il tiranno, mica si può mettere a pettinare le bambole! I due Dionisio non fecero eccezione alla regola, ma il più giovane riuscì nella non facile impresa di superare finanche suo padre, che s’era particolarmente distinto in cattiveria e in perfidia. La sua crudeltà raggiunse livelli inimmaginabili persino con i pochissimi amici che gli stavano accanto più per timore che per affetto. Li trattava – secondo la definizione di uno storico dell’epoca – come “sacchi da appendere, se erano pieni, e da buttar via, quando s’erano ormai svuotati”.

Dionisio il Giovane era pienamente consapevole del fatto che, con i suoi comportamenti, mai e poi mai qualcuno avrebbe potuto provare per lui sentimenti di benevolenza. Se uno è tiranno, è tiranno… Per questo motivo, quando gli riferirono che in città c’era una vecchietta che tesseva pubblicamente le sue lodi e, addirittura, pregava gli dèi affinché lo conservassero sempre in buona salute ed in perfetta efficienza, si meravigliò non poco. Volle conoscere la vecchietta e mandò a casa sua una pattuglia di soldati perché, con un certo garbo, la prelevassero per condurla al suo cospetto. Si trovò dinnanzi una donna molto avanti negli anni, ma che conservava nello sguardo la fierezza e la determinazione dei suoi tempi migliori. I soldati, secondo la consuetudine, provarono a farla inginocchiare, in segno di rispetto, davanti al tiranno, ma la vecchina reagì con veemenza e rifiutò sdegnosamente di genuflettersi.

Dionigi, allora, intimò ai suoi di non insistere. Fece portare immediatamente una comoda poltroncina, ed invitò la donna a sedersi accanto a lui. Il tiranno non era uomo da perdersi in lungaggini e in chiacchiere inutili. Con tono di voce deciso, le domandò subito se corrispondeva a verità quello che gli era stato riferito: veramente pregava gli dèi perché lo preservassero in buona salute? La donna, senza esitazioni, gli rispose immediatamente di sì. Subito dopo, oltremodo incuriosito, il tiranno le chiese il perché di quelle sue preghiere. La vecchina, alzatasi in piedi perché tutti sentissero chiaramente le sue parole, gli rispose guardandolo diritto negli occhi: “Non ho paura di te, Dionisio. So bene che tu, più crudele di una belva feroce, potresti privarmi della vita anche in questo stesso momento. Però, io sono vecchia… Di anni, ne ho vissuti più di quanto potessi aspettarmi… Vuoi sapere per quale ragione prego in tuo favore? Ebbene, io ho conosciuto tuo nonno e tuo padre, entrambi uomini perversi, privi di ogni scrupolo e di principi morali, ma il secondo di una malvagità senza limiti … Poi sei venuto tu, peggiore di tuo nonno e di tuo padre messi insieme… Tremo al pensiero di quando non sarai più al potere: quello che verrà dopo di te, sarà capace di ogni perfidia!”



Dionisio ascoltò con molta attenzione le parole della donna. Poi, tra la meraviglia dei presenti, che s’ aspettavano di vedere la vecchina sottoposta chissà a quali torture, senza parlare, fece segno alla pattuglia dei suoi soldati di riaccompagnarla, con molta cautela, a casa. Bene, fine della “storiella” che, come ogni storiella che si rispetti, contiene una morale: non lamentiamoci troppo di quello che abbiamo, del presente, perché spesso accade che il futuro non porti con sé dei miglioramenti… Proviamo a verificare l’attendibilità dell’assunto riferendoci ad un tema che appassiona la quasi totalità dell’italica gente: la politica.
Nel secondo dopoguerra, lo “scudo crociato” (Democrazia Cristiana) detenne a lungo il potere. Nonostante le oggettive difficoltà (una guerra – e che guerra! – appena conclusasi, la necessità della ricostruzione, un’economia, per forza di cose, non florida, un’unità culturale e politica tutta ancora da realizzare, ecc.) quella classe politica riuscì, barcamenandosi con grande perizia tra scandali, collusioni, intrallazzi, favoritismi, nepotismi, a condurre l’Italia fuori dal tunnel. Però, quanti scontenti… Allora si provò a spostare l’asse più a sinistra, il compromesso storico, Craxi… Sappiamo come andò a finire, tangentopoli, ed altro. Che facciamo, non è andata, ci ‘buttiamo’ a destra? Ed ecco il Cavaliere, i conflitti d’interesse, il “Bunga bunga”, le promesse sbandierate più volte per televisione e non mantenute… Buca, pure questa volta! Mai perdersi di coraggio, però… Cambiamo nuovamente direzione, l’Ulivo il PD, Prodi, Renzi… Peggio che andar di notte! Recentemente, veramente da pochi giorni, il movimento ‘Cinque stelle’ e la lega di Salvini, a seguito di un accordo che ha suscitato sin dalla ‘partenza’ molte incredulità e non pochi scetticismi, hanno dato vita ad un nuovo governo. Pochi giorni al potere… Ci vorrebbe un minimo di pazienza, tutto è ancora “in fieri”, da verificare… E invece il neo costituito esecutivo è già nell’occhio del ciclone! Riusciremo, un giorno o l’altro, a trovare finalmente “qualcosa che ci garbi”, per dirla alla toscana? Non so a voi, ma a me, solo per analizzare velocemente e molto in superficie il ‘tourbillon’ che ha caratterizzato la politica nazionale dal dopoguerra in poi, è venuto un gran mal di testa, accompagnato da fastidiosissime vertigini! Si stava veramente meglio, quando si stava peggio?
Ernesto Pucciarelli