“Abbiamo un sogno nel cuore…” Così, a parte un discreto numero di ‘pecore(bianco) nere’ che non mancano mai, nemmeno nelle migliori famiglie, ed una ormai sparuta presenza degli stessi ovini, con manti colorati diversamente, ha cantato a squarciagola l’intera città da quando è iniziato questo eccezionale, forse irripetibile campionato.

“Abbiamo un sogno nel cuore”… I sogni, purtroppo, hanno un destino segnato: o si realizzano, oppure svaniscono miseramente, e allora quanta delusione! Questa volta la delusione è stata ancora più grande perché, dopo la fantastica impresa di domenica scorsa a Torino, la realizzazione del sogno sembrava veramente vicinissima… E invece, in pochi minuti, una rete dell’Innominabile allo scadere del tempo a San Siro e… Tutto finito! Il ‘disastro’, sportivamente parlando, s’è completato stasera al Franchi: 3 a 0, per i viola e chi s’è visto s’è visto! Per la verità, io qualche, inequivocabile, segnale di quello che stava per succedere l’avevo già captato…

Le designazioni arbitrali, (a noi Mazzoleni!), le sciagurate decisioni di Spalletti e di Sarri nelle formazioni, erano chiare indicazioni, a saperle interpretare, di quello ch’era stato scritto nel sempiterno libro del destino… Raramente, nel nostro campionato, s’assiste a ‘rossi’ diretti, a meno che non si prenda a pistolettate il giocatore avversario! E invece è accaduto sia a Milano che a Firenze… Chi ne ha beneficiato? Devo proprio dirlo esplicitamente? Non mi sembra il caso, anche per evitare d’ essere tacciato del solito ‘vittimismo’.



Sarà… Però, come si fa a negare che la ‘ruota della fortuna’?!? gira sempre nello stesso verso? In pochi minuti, sempre per colpa della Dea Bendata, le due partite che (al 99,99%) hanno deciso il campionato hanno preso una ben precisa direzione! Ma senza i sogni è difficile vivere, lo dice anche un noto conduttore televisivo… Quest’anno è andata così? Bene, (anzi, male, ma proviamo a fare buon viso a cattivo gioco!), ritenteremo il prossimo anno, sperando che la forte delusione (sia a livello dirigenziale che nei protagonisti in campo) non “rompa il giocattolo”.
Ernesto Pucciarelli