Pensieri liberi – Sono le nove del mattino… E’ proprio vero che le abitudini, una volta contratte, sono dure a morire… Ormai sono in pensione da diversi anni, ma non riesco a rinunciare alla mia rasatura quotidiana. Se non lo faccio, avverto una sensazione di disagio, sembra che mi manchi qualcosa… Bene, ho appena terminato di spalmare accuratamente il viso con il sapone, sto per impugnare la lametta e… mannaggia, squilla il telefono! Come faccio? Dove lo posso sistemare il telefono? Non c’è un solo centimetro di pelle libero dalla schiuma!

E allora, pazienza… Mi ripulisco velocemente una guancia (quella sinistra, perché dall’altra parte l’orecchio è come ‘morto’!), e rispondo. Fatico non poco per capire chi sia il mio interlocutore, che ha un accento straniero. Dice di chiamarsi Alan, ma io non conosco nessuno con questo nome… Pochi secondi, e m’è tutto chiaro: questo Alan mi sta proponendo di cambiare gestore telefonico, sostiene che la sua è un’offerta imperdibile, alla quale non posso assolutamente rinunciare! Riesco a mantenere la calma, ringrazio, gli dico che non m’interessa e riattacco… Nell’arco della giornata, e suppongo che io non sia il solo a dover sopportare questa tortura, mi arrivano almeno quattro/cinque di queste telefonate, e sempre negli orari meno opportuni, pare che lo facciano apposta!

Certo, capisco, non è colpa degli operatori, quei poverini (mal pagati, oltretutto!) cercano soltanto di svolgere nel miglior modo possibile il loro lavoro, ma anch’io ho il diritto d’essere lasciato in pace! No, non provate a far depennare, come si dice, il vostro numero telefonico perché cessi la ‘tortura’: non è vero, dopo qualche giorno riprende la tempesta, ancora più violenta! Se poi a quelli che, tutti i giorni, ci vorrebbero far firmare un nuovo contratto per l’ utenza telefonica, con tariffe agevolate (!?!), aggiungiamo le chiamate dei gestori dell’elettricità, del gas, del negozio che ci offre merci a domicilio, eccetera eccetera, siamo costretti a trascorrere buona parte della giornata per rispondere: “No, grazie, non m’interessa!”. Ora io dico: prescindendo dal ‘fastidio’, credo che un provvedimento legislativo che dia una ‘regolata’ a questo vero e proprio bailamme, a questa Torre di Babele, sia indispensabile. Dietro ogni proposta c’è un inganno, ci sono quelle famose, quasi invisibili postille, che nessuno si premura di leggere e che c’incastrano senza possibilità di scampo! Vogliamo parlare dei telefoni?



Bene: perché non posso sottoscrivere un contratto semplice, che dica con chiarezza i servizi che mi vengono offerti (numero delle telefonate che posso effettuare, a chi posso farle, se c’è o meno lo ‘scatto’ alla risposta, e così via) ed i relativi importi da corrispondere? Perché non posso essere io, se ne avverto la necessità, a contattare le compagnie telefoniche per informarmi su eventuali nuove, più vantaggiose offerte, salvaguardando in questo modo il mio sistema nervoso e la mia privacy? L’altra notte ho sognato di vivere, insieme con mia moglie, in un’isola deserta, un vero Paradiso Terrestre! Che pace, che tranquillità! Niente rumori, nemmeno uno squillo del telefono! C’eravamo anche attrezzati, io e la mia signora, per ‘comunicare a distanza’, in caso di necessità… Come? E’ semplice: avevamo dislocati, in diversi punti dell’isola, dei semplici, ma funzionali tam tam. E’ inutile dire che il ‘servizio’ era a costo zero e senza sorprese! Inoltre, i nostri primitivi telefoni avevano il pregio d’essere sempre connessi, mai la batteria scarica, mai una mancanza di “campo”! Peccato, veramente peccato che s’è trattato solo d’un sogno!
di Ernesto Pucciarelli