Marittimo torrese minaccia di buttarsi in mare durante una protesta a Civitavecchia

Contratti trasparenti, chiarezza sul futuro e maggiore equità: queste le richieste dei marittimi della Tirrenia – Cin. Mercoledì 20 febbraio i lavoratori della nave Nuraghes (che collega Civitavecchia alla Sardegna) hanno rivestito l’imbarcazione di striscioni con pesanti slogan testimonianti le difficili condizioni in cui versano i marittimi. Nel corso della manifestazione Vincenzo Accardo – marittimo dal ’90, delegato CGIL e cofondatore del Movimento Spontaneo “Marittimi per il Futuro” – è salito sul pennone del traghetto minacciando di gettarsi in mare. “Sono salito per protestare, voglio far sentire bene la mia voce e quella degli altri miei colleghi marittimi – urla Accardo – siamo tutti sulla stessa barca”. “La preoccupazione più grande riguarda il futuro – spiega il pasionario – con la privatizzazione speravamo che le condizioni lavorative dei marittimi migliorassero, invece versiamo in condizioni sempre peggiori. Bisogna riaccendere i riflettori sulla questione Tirrenia”.
Lo scorso 19 luglio la Tirrenia è stata ceduta alla Cin (Onorato 40%,fondi Clessidra 35%, Negri 15%, Izzo10%) ed il personale è stato tutto riassunto ad anzianità “zero”. Questo ha comportato una serie di conseguenze negative, sia a livello economico che normativo, a discapito degli ex dipendenti Tirrenia. Inoltre, sebbene in passato se ne sia ampiamente parlato, ad oggi non è stato ancora effettuato l’allineamento delle paghe di tutti i marittimi (contratti fuori convenzione) a quelle del personale in convenzione. “La società ha assunto nuove figure manageriali – spiega Accardo – che hanno comportato una maggiorazione del costo del personale pari a circa €3.500.000. Di contro sono centinaia i marittimi vincitori di cause – imbarco e i marittimi appartenenti alle liste stagionali a cui spetterebbe l’assunzione e che, opportunamente formati, potrebbero ricoprire qualsiasi tipo di mansione. Peraltro l’azienda continua a vendere navi (ne sono già state vendute 5), a favore di una politica di noleggio, causando così un depauperamento del patrimonio dell’azienda”.
Una protesta, quella dei marittimi Tirrenia, che sicuramente scaturisce anche dall’attrito provocato dalle recenti notizie relative ai nuovi investimenti dell’azienda e alle nuove iniziative avviate, come quella degli stage dei ragazzi sardi a bordo delle navi. “La presenza nella società del fondo di investimento Clessidra – conclude Accardo – è inquietante. Conosciamo bene le regole della finanza, incombe lo spettro della speculazione. E’ una situazione insostenibile: chiediamo chiarezza e maggiore equità!”.
Mc. Izzo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 febbraio 2013