Vivibilità metropolitana

(a) Torre del Greco – Le stazioni della Circumvesuviana di Torre del Greco stanno subendo numerosi cambiamenti. Tutto ciò si deve al progetto 4+40, che ha visto la luce nel novembre 2009, come iniziativa dell’Ente Autonomo Volturno e della Circumvesuviana. I lavori non prevedono un progetto da poco. Anzi, 15 milioni di euro sono stati stanziati per il rinnovo di 4 stazioni principali (Ercolano, Pompei – Villa dei misteri, Nola e Sarno), ed altri 3 milioni destinati ad altre stazioni. Il progetto prevede non solo il rifacimento delle facciate e dei sottopassaggi, ma anche un rinnovo dei servizi e nuovi percorsi di luce. Eppure marzo, il termine fissato per il primo blocco di stazioni, che comprende anche Torre, è ormai finito, e tutto quello che si è realizzato, per ora, è semplicemente una verniciata abbozzata dei muri, sui quali s’intravedono ancora i vecchi murales. Certo, i pannelli per i non vedenti sono un’innovazione importante, eppure nulla ancora si fa per i paraplegici, sicuramente in difficoltà all’entrata e all’uscita del complesso . Altra stazione in cui sono evidenti i “work in progress” è quella di Villa delle Ginestre. Anche qui il termine per la fine dei lavori dovrebbe esser marzo, ma, com’era prevedibile, vi sarà una proroga. L’unica operazione visibile, sino ad ora, è una mano d’intonaco alle pareti, eppure mancano ancora panchine ed un servizio decente. Il responsabile della Sa. Gi. (la società che ha ottenuto l’appalto), Giuseppe Sampolo, si è rifiutato di rispondere a domande circa ciò che effettivamente verrà realizzato nella stazione e dichiara di ignorare totalmente quale sarà il compenso finale. Tuttavia gli operai che lavorano alla stazione ci rivelano che le condizioni di lavoro, purtroppo, variano a seconda di dove ci si trova. La Sa. Gi. infatti si è occupata anche del rifacimento della stazione di Meta di Sorrento, e qui era, giustamente, presente anche un supervisore dei lavori, che coordinava i vari operai e che conosceva il progetto. A Villa delle Ginestre niente di tutto questo, gli operai, per la maggior parte del tempo, non ricevono infatti alcuna supervisione. Chiedendo al signor Sampolo come mai non sia presente un ambiente di lavoro più adeguato, costui ci risponde che non reputa i lavori “così importanti” da richiedere questo tipo di organizzazione.
Sara Borriello
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 31 marzo 2010