Ѐ il secondo avvistamento di questa specie dal 2006 ad oggi

Otto metri di lunghezza per 500 chili di peso, nella loro rete dei pescatori di Torre del Greco si sono visti capitare un animale a dir poco insolito. Le dimensioni e il distintivo muso appuntito hanno subito fatto pensare a uno squalo, ma la completa mancanza di denti e le enormi aperture branchiali hanno lasciato i presenti interdetti sull’esattezza della specie d’appartenenza.
Gli esperti della stazione geologica Anton Dohrn di Napoli hanno poi accertato che il “Lochness partenopeo” fosse in realtà un “cetorhinus maximus”, nome derivante dai termini greci kétos, letteralmente “mostro marino”, rappresenta difatti il secondo pesce al mondo per dimensioni dopo lo squalo balena, e rhinòs, “naso”, per la conformazione del muso, specie conosciuta con il nome comune di squalo elefante. I cetorini sono una specie altamente migratoria e oltre che nell’oceano Atlantico e Pacifico sono distribuiti in tutto il bacino del Mediterraneo, presenti maggiormente nell’alto Tirreno e nel medio-basso Adriatico, aree ricche di plancton. Infatti lo squalo elefante non rappresenta un pericolo per l’uomo, si alimenta nuotando lentamente in superficie a bocca spalancata, raccogliendo lo zooplancton grazie alle branchie molto sviluppate, dette branchiospine. L’unica minaccia è data dalla collisione con le barche e dal rischio di trascinamento di queste ultime, ipotesi questa volta scongiurata dato che l’animale -affermano i pescatori- doveva essere già morto quando si è ritrovato impigliato nella rete da posta.
Ѐ il secondo avvistamento di questa specie in acque torresi, ma nel marzo 2006 i carabinieri del servizio navale riuscirono a far prendere il largo all’esemplare evitandone lo spiaggiamento.
Simone Ascione
 
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 9 novembre 2011