Ucciso l’ultimo killer della Rambla, Younes Abouyaaqoub, abbattuto ieri dalla polizia nelle colline a nord di Barcellona.

Il 22enne marocchino era l’ultimo terrorista della cellula di Ripoll guidata dall’imam Abdelbaki Es Satty ancora in grado di nuocere. Quattro ora sono in carcere, otto sono morti, anche l’imam che aveva indottrinato e trasformato in sanguinari terroristi gli 11 ragazzi marocchini di Ripoll.

La fuga del killer è finita a Subirats, fra le colline coperte di vigneti del Penedes.



L’uomo più ricercato di Spagna è stato riconosciuto da una donna del posto che aveva visto la sua foto in tv.

Lo ha visto vagare nei vigneti, gli ha chiesto cosa facesse lì.

Lui è fuggito e la donna ha chiamato la polizia, sicura di averlo riconosciuto. I Mossos d’Esquadra hanno invaso la zona e subito individuato l’uomo. Due agenti gli hanno intimato l’alt.

Lui ha aperto la giacca mostrando una cintura esplosiva (che poi si è rivelata finta). Loro hanno sparato mentre Younes gridava ‘Allah è grande’ in arabo, e lo hanno abbattuto. Pochi giorni fa, giovedì alle 16.50, aveva lanciato un furgone in mezzo alle centinaia di persone che affollavano la Rambla. Dopo 600 metri aveva abbandonato il furgone – forse per l’attivazione degli air-bag a causa dei colpi contro i corpi della gente – ed era fuggito a piedi, lasciando dietro di sé 13 morti, tre italiani, e 130 feriti. Si era dileguato in mezzo alla folla nel panico, passando dal mercato della Boqueria, attraversando la città. Nella zona dell’Università aveva intercettato un giovane cooperante spagnolo, Pau Perez, che stava parcheggiando l’auto. Lo ha pugnalato, gettato il corpo sul sedile posteriore, e ripreso la fuga nella vettura, forzando un posto di blocco sulla Diagonal.

Poi si era di nuovo dileguato a piedi. Da allora era svanito nel nulla. Fino a ieri, però.

Nel mentre, tutti i 15 morti negli attentati di Barcellona e Cambrils, fra cui due bambini, sono stati ufficialmente identificati: sono sei spagnoli, tre italiani, due portoghesi, un belga, uno statunitense, un canadese e un australiano-britannico. Le salme sono state restituite alle famiglie e riportate in patria.

L’attentato di Barcellona ha avuto ovviamente anche risvolti nel nostro Paese.

In Italia, dopo le minacce pubbliche dell’Isis arrivano le barriere nelle città. Ecco arrivare gli sbarramenti in cemento davanti al Duomo di Milano, ma anche sul lungolago a Sirmione, Iseo, Desenzano. Si blindano i viali di Anzio e Nettuno, il lungomare di Rimini e di Riccione, le spiagge di Ostia. Protetta la riviera anche a Pescara. Palermo ha in programma le barriere anticamion sul percorso Unesco, così come nel centro di Firenze. E ancora: Milano dovrà mettere in sicurezza corso Buenos Aires ed è allo studio l’ installazione di barriere retrattili in molte aree. Pesanti barriere sono in arrivo anche a Ferrara, a Savona, a Pisa. A Torino si esamina l’ assetto di piazza Castello, piazza Vittorio Veneto, piazza San Carlo; probabile che saranno posizionate fioriere in cemento o anche panchine in pietra. A Verona, la storica piazza Bra è stata blindata per la stagione lirica. Nel centro di Roma, i pesanti blocchi antisfondamento sono già da settimane a via della Conciliazione. Sono state sistemate grandi fioriere anche attorno a via del Corso. Ma non basta. Altri sbarramenti sono allo studio. A Napoli solo parte del lungomare Caracciolo è difeso, invece, per le aree pedonali di piazza Plebiscito e via Toledo sono ancora indifese e nuovamente la prefettura sollecita l’ installazione di barriere.